il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2018
Ghostbusters
La diatriba fra il ministro Di Maio e i vertici dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione della stampa, l’uno che convoca i secondi al tavolo per dare un equo compenso ai cronisti pagati 4 o 5 euro a pezzo e gli altri che declinano l’invito perché impegnati a Bruxelles a un convegno del Pd contro i suoi attacchi alla stampa, è solo l’ultimo episodio di una batracomiomachia sempre più comica. Nell’ultimo quinquennio, mentre Renzi occupava Viale Mazzini, insultava il Fatto, minacciava i giornalisti sgraditi (a Sallusti disse “Vengo sotto casa tua e ti spacco le gambe, bastardo”) e i suoi stilavano liste di proscrizione contro i giornalisti Rai non allineati (Giannini, Gabanelli e Giletti) rinverdendo l’editto bulgaro, i cosiddetti rappresentanti della nostra categoria fischiettavano e guardavano altrove. Come nel 2010, quando Vincenzo De Luca avvertì il sottoscritto (“Quel grandissimo sfessato di Marco Travaglio… imbecille, scorretto: spero di incontrarlo per strada al buio qualche volta a Roma…”). Ora improvvisamente si sono svegliati, lanciano allarmi, scendono in piazza in Italia e in Europa. E c’è pure chi ci casca.
Repubblica segnala che il commissario europeo alla Salute, nientepopodimenoché il cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis, è molto preoccupato per le fake news che causerebbero “un ritardo nel nostro Paese dal punto di vista delle coperture vaccinali”. Soprattutto per quel terribile morbo incurabile che è il morbillo. E ha deciso, bontà sua, di fare qualcosa per questo immenso lazzaretto di appestati, tubercolotici e lebbrosi che è l’Italia. Come? Lanciando un accorato appello al governo: “Basta fake news”. In effetti l’11 novembre tutti i giornali uscirono con lo stesso titolo: “Bari, almeno 8 casi di morbillo. È un contagio a catena. Figlia di no-vax ha infettato pure un bimbo di 11 mesi” (Gazzetta del Mezzogiorno); “Morbillo, epidemia in ospedale a Bari: ‘Contagio partito da bimba no-vax’” (Repubblica); “Morbillo in corsia. Sette contagiati da bimba no vax” (Corriere); “Morbillo, figlia di no-vax contagia l’ospedale” (Messaggero); “Il morbillo dilaga in ospedale. L’untore è figlia di no vax” (il Giornale). Per alcuni, la bambina prodigio era già no vax a 8 anni, per altri era tutta colpa dei genitori. Poi s’è scoperto che era una fake news diffusa dall’unica epidemia che non conosce vaccini: quella dei giornaloni anti-fake news, che infatti si guardarono bene dal rettificare. Il 23 ottobre la bimba era giunta al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari con la febbre alta. Le fu subito diagnosticata una generica infezione.
Poi, con comodo, il 5 novembre si scoprì che aveva il morbillo, quando ormai aveva contagiato il fratello di 11 anni (non vaccinato perché sottoposto a una terapia corticosteroidea ad alto dosaggio) e due cuginetti, oltre a due bimbi di 12 e 22 mesi ricoverati nello stesso ospedale (non ancora vaccinati perché troppo piccoli) e forse un tizio di 20 anni, mai vaccinato, che lavora lì come vigilante. Gli accertamenti dell’ospedale hanno scoperto che la bimba non era vaccinata col Mpr (morbillo, parotite, rosolia), ma con l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, polio, Hib, epatite b) e contro lo pneumococco. Quindi né i genitori né tantomeno lei, additati a edicole unificate come “untori”, erano no vax. Se il morbillo fosse stato diagnosticato subito, anziché dopo 13 giorni, i protocolli previsti per limitare il contagio avrebbero evitato quella che i giornaloni chiamano terroristicamente “epidemia” (in un intero “ospedale”!). In Puglia l’incidenza di quel virus è oltre 6 volte inferiore a quella nazionale e la copertura vaccinale anti-morbillo nei bambini è del 95%. Chissà a che punto sta quel Paese modello che è la Lituania.
Noi però, nonostante i continui infortuni dei nostri acchiappa-fake news, seguitiamo a tifare per loro. Ci danno sempre grandi soddisfazioni, fin da quando un celebre ghostbuster de La Stampa individuò nelle pagine social di Beatrice Di Maio, chiaramente legata ai 5Stelle e dunque a Putin, una centrale operativa delle fake news: poi purtroppo si scoprì che era la moglie di Brunetta. Da allora fu tutto un fiorire di grandi inchieste delle mejo firme del bigoncio all’inseguimento delle bufale grillo-salvinian-putiniane. Fino alla grande campagna di quest’estate sull’esercito di “troll” russi, annidati a San Pietroburgo nella sede del Gru (la polizia segreta) che avrebbero dato l’assalto al povero Mattarella nella famosa notte del 27 maggio, quando il presidente rimandò a casa Conte e il suo governo infiltrato dal noto kamikaze delle Brigate No Euro, l’82enne Paolo Savona, e incaricò al suo posto il noto frequentatore di se stesso Cottarelli. “Così hanno attaccato il Colle. Usati anche server dall’Estonia. Ipotesi di un’azione coordinata tra esposti e tweet. Indaga l’Antiterrorismo”, “L’attacco al Colle via Twitter. Alcune ‘firme’ del Russiagate dietro i messaggi contro il capo dello Stato”, “Le manovre dei russi sul web e l’attacco coordinato a Mattarella”, “Interventi sulla politica italiana dai troll russi che spinsero Trump” (Corriere). “La questione russa in Italia. Interferenze cyber”, “Fake news, si apre il fronte di Facebook: ‘Interferenze russe sul voto del 4 marzo. Nel mirino un account che aveva disinformato sul referendum’” (La Stampa). “Dalla propaganda di Putin 1500 tweet per Lega e M5S. Lo studio sulla fabbrica dei troll al servizio dell’intelligence russa”, “Una pioggia sui social in arrivo da San Pietroburgo” (Repubblica). Ora, dopo tre mesi di intenso lavoro dei pm antiterrorismo, dei servizi segreti, della Dia, della Polizia postale e del Copasir, dovremmo quasi esserci. Ci fate sapere? Anche noi abbiamo diritto a un po’ di svago.