la Repubblica, 24 novembre 2018
La bugia di Di Maio sulle card per il reddito di cittadinanza
«Abbiamo già dato mandato di stampare i primi 5- 6 milioni di tessere elettroniche che arriveranno a casa e saranno carte di credito come tutte le altre». Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio annuncia in tv, durante Piazzapulita, che lo strumento di pagamento su cui verrà caricato il reddito di cittadinanza è in produzione.
Il «mandato» sarebbe già stato assegnato. Ma a chi? I possibili interlocutori istituzionali non sanno nulla. E non potrebbe essere altrimenti. La legge di Bilancio è ancora in discussione. Non ci sono norme di dettaglio. Non risulta alcun bando pubblico sul sito del dicastero guidato da Di Maio per affidare la stampa delle card: l’ultimo è del 5 settembre per «i servizi di pulizia, disinfestazione, raccolta e smaltimento di rifiuti speciali» del ministero. Nessun capitolo di spesa è stato autorizzato. Dunque chi e dove sta stampando? E com’è finanziato? La manovra si limita a stanziare 9 miliardi per reddito e pensione di cittadinanza, di cui uno destinato alla riforma dei centri per l’impiego. Ma non è ancora legge. Lo sarà entro dicembre. Ed entrerà in vigore l’ 1 gennaio del 2019. Solo dopo quella data, il governo potrà affidare a un decreto o a un disegno di legge i dettagli fin qui taciuti: a chi va il reddito, come viene calcolato ed erogato, quando decade, dopo quante offerte di lavoro ricevute e a quale distanza da casa.
Il provvedimento rimanderà poi ad altri decreti attuativi. Provvedimenti ministeriali indispensabili a mettere in moto la complessa macchina. Tra questianche quello sulla tessera elettronica. Il precedente risale a un decennio fa. La Social Card di Tremonti stampata da Sogei, in collaborazione con Poste e Mastercard. Sogei ha tutti i requisiti per portare a termine un lavoro così delicato, perché custodisce l’anagrafe tributaria di tutti gli italiani e fa già le tessere sanitarie. Anche Poste potrebbe essere coinvolta. Ma entrambi i soggetti pubblici, per muoversi, necessitano di norme. Senza una legge, nessuno può essere seriamente attivato.
Alcuni tecnici poi rivelano che i tempi per stampare 5- 6 milioni di tessere dotate di chip non sarebbero inferiori ai 6 mesi. A voler correre, dicono.