Francesco Persili per Dagospia, 23 novembre 2018
“NON È VERO CHE PAGO LE DONNE PER VENIRE A LETTO CON ME PERÒ MI CAPITA DI PAGARLE PER CONVINCERLE AD ANDARSENE” - VIDEO! - DALLE BATTUTE DI MARAT SAFIN ALLE IMITAZIONI DI DJOKOVIC, PANATTA RACCONTA IN UN LIBRO 50 ANNI DI TENNIS - LE MUTANDINE DI STEFFI GRAF SU “CUORE”, I ROMANI IN ESTASI PER GABRIELA SABATINI: “GABY, SE ATTACCHI, M’ATTIZZI”, BECKER CON LA PARRUCCA ("IL PIU’ BRUTTO TRAVESTITO DI MONTECARLO") E IL FLIRT DI ZVEREV
“Non è vero che pago le donne per venire a letto con me però mi capita di pagarle per convincerle ad andarsene”. Sono sempre stati i tipi come il tennista russo Marat Safin, dotato di un umorismo che sarebbe piaciuto a Flaiano, a fare dello sport un grande romanzo popolare. “È il colpo di genio a fare la differenza”, annota Adriano Panatta nel suo zibaldone scritto con Daniele Azzolini (“Il tennis è musica”, Sperling&Kupfer) che racchiude mezzo secolo di volée, smash, ironie, colpi piatti, pof-pof. In fondo, è sempre un gioco. Dunque basta vincere, meglio se divertendosi. Adriano Panatta lo ha imparato dagli australiani: “Attaccavano su ogni palla, erano felici della vittoria quando veniva. Altrimenti andava bene lo stesso. Grandi pacche sulle spalle, una birra e via. Decisi che avrei fatto come loro”. Era la fine del ’68, un anno che il 18enne Adriano trascorse in sella a “un motorino reticente” che usava per attraversare la città fino ai campi del Tennis Club Parioli.
Storie di veroniche e smorzate all’incrocio delle righe con la Storia del Novecento. Panatta racconta di Nelson Mandela che nella prigione di Robben Island segue la finale di Wimbledon del 1975 e con gli altri detenuti prova a costruire un campo da tennis (“Artur Ashe aveva acceso il fuoco in tutti noi”) e del grido di ribellione di Billie Jean King, icona delle femministe americane: “E’ maleducazione chiedere a una persona a quale sesso appartenga prima di averci fatto l’amore”. E poi c’è Borg, che nel ’79 a Palermo andando verso l’aeroporto vide per terra i corpi straziati del giudice Terranova e al maresciallo Mancuso, involontario testimone del delitto che aprì la nuova stagione di sangue contro la magistratura.
Tra sfide da film e il “dito medio ostentato come fosse un logo” di ‘Jimbo’ Connors, si ride molto con il ‘Grande Attore’ John McEnroe, che nel 2008 in un episodio di CSI New York interpretava un folle omicida e la recensione di quasi tutti i critici fu: “Sembra proprio vero”.
Le memorie di Adriano frugano nel dietro le quinte dei tornei, si infilano negli spogliatoi, si siedono in tribuna con Nadal che nella semifinale del Roland Garros del 2011 si mette a tifare Federer contro Djokovic. Dissertazioni sulle gambe veloci e resistenti di Roger che “ricordano quelle di Ilie Nastase”, (“un paragone che non avrei ma pensato di fare nella mia vita di assiduo ammiratore dell’altro sesso”, ironizza la leggenda del tennis italiano) si mischiano ai ‘lamenti da film porno’ lanciati su ogni pallina prima dalla Seles e poi dalla Sharapova e all’esuberanza di Yannick Noah che “spesso veniva a Roma e si rifugiava in casa delle sue amiche attrici”
E poi Becker con la parrucca (“il più brutto travestito di Montecarlo”), Agassi col parrucchino e la fidanzata col chiodo nero, con ‘quell’aria da commedia americana’, come in ‘Anna e Marco’ di Dalla. “Vai Andre’, prendi l’ascensore e sali in Paradiso”. Come non ricordare gli improbabili incoraggiamenti di Brooke Shields a Agassi (‘Se l’avesse fatto mia moglie sarei uscito di corsa dal campo ululando di vergogna’, scrive Panatta) e il grembiulino che svolazza di Melissa, streaker per caso a Wimbledon, “una creatura scarmigliata dal vento e dalla sensualità come in un disegno di Milo Manara”.
Gossip e colpi audaci. Steffi Graf che entra per le sue mutandine nella classifica del giornale di satira “Cuore” sulle 5 cose per cui vale la pena vivere e l’amore dei romani per Gabriela Sabatini con il Foro Italico trasformato “in una alcova all’aria aperta” e ‘striscioni grandi come lenzuola a sei piazze’: “Gaby, se attacchi, m’attizzi”. Il lato giocoso dei campioni. L’irresistibile showman Djokovic con le ospitate da Fiorello, le imitazioni di Nadal, Sharapova e Fognini e i colleghi che si incazzano: “Ma come? Ci batte e ci prende pure per i fondelli?”. E poi la crisi e il ritorno del Djoker, l’horror vacui degli appassionati per il dopo Federer-Nadal e la Next gen che avanza impetuosa. Un nome su tutti: “Sascha” Zverev, recente vincitore a Londra alle ATP Finals, protagonista di un chiacchieratissimo flirt con la collega Belinda Bencic consumato sui social con una “fanfara di cuoricini e di mi piace”. Lasciateli giocare, crescere, sbagliare. In fondo, come dice Panatta, 'so’ ragazzi'…