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 2018  novembre 23 Venerdì calendario

Il gattolicesimo di Salvini

■ Se unavolta – secondol’infallibile saggezza popolare – trainava più un pelo difemmina che un carro di buoi, oggi potremmo dire che nulla trascina di più quanto il pelo di gatto. Lo sanno bene le grandi firme della moda che stampano, disegnano, ricamano e cuciono ovunque, persino sugli slip, dolci mici e li rendono protagonisti di intere campagne pubblicitarie di sicuro successo. Ma lo sa anche Matteo Salvini, che oltre al suo lato ruvido e inflessibile ci mostra la parte più tenera del suo carattere, postando sui social network, suoi alleati più affidabili (gli altri lo sono un po’ meno!), non solo ruspe ma anche centinaia di felini, invitando i suoi seguaci oelettoria pubblicare nei commenti le immagini dei loro animali domestici dotati di artigli. Un vero genio! Non dubitiamo circa il fatto che l’amore del leader della Lega nei confronti delle bestie sia autentico,ma occorre riconoscerglila capacità strategica dicarpire cosa oggigiorno conquistilemasse. E nullaleinnamora di più dei quattro zampe. Inoltre, il ministro dell’Interno, del quale si dice che abbia perso la testa per la splendida gattina che vive con sua figlia (altro che Elisa Isoardi!), non indossa gli ingessati abiti di scena dell’uomo delleistituzioni, insomma, non teme affatto di mostrarsi morbido e di perdere per questo la sua credibilità.Anzi,ilpost conlefotografie deimici,lafoto dellamisera cena consumata a casa da solo, appena mollato dalla fidanzata e conil cuoreinfranto, l’immagine del caffè preso al volo prima della difficile riunione, rendono il vice-premier ancora più umano, ossia più vicino ai cittadini italiani, anch’essi alle prese con problemi di coppiaefatiche quotidiane. Ed ecco che il politico, con Matteo Salvini, torna ad essere non più al di sopra ma accanto alla gente comune, che in lui può riconoscersi e da lui può sentirsi compresa. “Matteo uno di noi”. STILE SOCIAL È un po’ ciò che dal principio cercano di fare i grillini con un’ostentazione che suscita sospetti. Ed è anche ciò che ha smesso di fare la sinistra oramai da decenni, perdendo per questo la sua egemonia politica e culturale, allorché si è scollata dal popolo per poggiare il culo sui salotti diventando snob e sposando un umanitarismo difacciata nonché le cause della grande finanza internazionale. Con Matteo Salvini la politica si riavvicina ai cittadini e questi si riavvicinano alla politica. Se SilvioBerlusconi neglianni Novanta ha mutuato le tecniche comunicative dal marketing trasferendole alla campagna elettorale e trasformando questa in una sorta di concorso di bellezza o in una televendita, che ha reso l’elettore un consumatore e il partito un prodotto, Matteo Salvini nel nuovo millennio ha adottato lo stile comunicativo dei social e si è ispirato ai grandi influencer che rendono partecipii seguaci dellaloro quotidianità, dai gesti più banali agli eventi più salienti. In questa cornice si inserisce anche il post pubblicato dal ministro dell’Interno mercoledì alle ore 23 e 11 minuti: «L’altra sera avete inviato così tante foto dei vostri bambini felini che ho pensato di ripubblicarne alcune, è bello avere qualche micio in pagina che porta un po’ di tranquillità serale. Naturalmente potete commentareconlafoto delvostro micio». Le adesioni non si sono fatte attendere, ovvio: quasi 30 mila like e 13 mila commenti, che consacrano Salvini quale politico re dei social network, esattamente come Berlusconi era il politico re della tv. IL PASSATO Quest’ultimo, del resto, riconosce al suo avversario (perché tale è considerato) codesto indiscusso primato e fa risalire la causa del clamoroso successo del giovane Matteo alla sua abilità nello sfruttare il web. È però un’analisi miope e incompleta. Forza Italia non si sta mica estinguendo perché non sa stare sulla rete. E pure Renzi stava su Facebook, maanche sulle palle agliitaliani. Sinistra e destra hanno in comunel’incapacità dimettersiin discussione e diammettere i propri errori e le proprie colpe, per questo restano ancorate al passato, mentre il mondo intorno cambia. Così Silvio fu innovatore nel ’94, adessolo èilleader della Lega, l’uomo che di giorno sale sulla ruspa e di notte sorride scorrendofotografie di buffimicetti. Perché, per fare politica, oggi il pelo non serve solo sullo stomaco. ©