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 2018  novembre 22 Giovedì calendario

Il quindicesimo album di Eros Romazzotti

La vita secondo Eros. Amore anzitutto, e cosa vuoi che sia con quel nome di battesimo profetico, ma non solo. Ramazzotti la racconta così nelle canzoni di «Vita ce n’è», il suo quindicesimo album, in uscita domani. E per presentarlo il cantautore si prende il palco nobile della Sala della Balla del Castello Sforzesco di Milano e chiama come conduttore sua nobiltà della tv Pippo Baudo. Introdotti dalla sigla di Attenti a quei due. Giocano sul filo dei ricordi. «Lo conobbi nell’81 a Castrocaro: venni eliminato da uno che poi non ha fatto più nulla – ricordava Eros qualche ora prima —. Pippo si arrabbiò con me. Mi disse che ero troppo timido, ma per me stare davanti a una telecamera era come avere un’arma puntata in faccia. Poi nell’84, dopo la vittoria a Sanremo fra i giovani, mi disse “vai, il mondo è tuo”». 
Il mondo Eros lo ha conquistato, uno dei pochi italiani da esportazione. E ci riprova con questo disco che esce in oltre 100 Paesi e con un tour che partirà il 17 febbraio da Monaco. «Come tanti artisti con una lunga carriera, anche io ho avuto momenti in cui ho vissuto sul passato. Qui mi sono tirato su le maniche, mi sono rimesso in gioco». 
Amore si diceva. Ecco quello a lunga gittata di «Vale per sempre», duetto con la italo-canadese Alessia Cara. Oppure l’augurio «Buonamore» per la figlia Aurora (anche lei ieri era alla presentazione): «Le avevo scritto una canzone prima che nascesse e ora che si apre una nuova fase della sua vita, da due anni è fidanzata e sembra andare bene, eccone un’altra. Gliel’ho fatta ascoltare in cuffia e ha pianto, ho visto il lacrimone». Anche lui si è commosso? «Quando l’ho scritta e quando l’ho cantata: le canzoni devono arrivare al cuore oppure non hanno senso». 
Ci sono anche altre lacrime. Ma arrivano da un altro angolo dell’anima. «Dall’altra parte dell’infinito», una ballad al pianoforte, è ispirata alla storia di un padre che ha perso il figlio di 10 anni e ogni giorno gli scrive una lettera via Facebook. «Ho letto la notizia sul Corriere e mi ha sfondato dall’emozione. Mi piacerebbe conoscere quest’uomo. Vedo la morte come l’infinito, ma con la speranza di ritrovarsi nell’aldilà: io ci credo». 
Un altro messaggio per chi non c’è più è la dedica del disco al suo grande amico Pino Daniele: «Se ne è andato dopo l’uscita del mio penultimo disco: era il minimo che potessi fare dedicargli questo». A proposito di colleghi amici, c’è anche Jovanotti con cui ha scritto «In primo piano»: «Lui è fra i più bravi nello scrivere d’amore, io ho stravolto la parte musicale. È un pezzo di spessore». Un altro ospite è Luis Fonsi, mister 4 miliardi di visualizzazioni su YouTube con «Despacito». Duettano su «Per le strade una canzone», ritmo in levare, fiati latini, voglia di estate e rischio tormentone: «L’ho conosciuto a Verona l’anno scorso. Mi ha salutato con un “maestro” dimostrando la sua umiltà. Poi ne ho scoperto le doti artistiche e professionali». 
Eros a tutta positività grazie a quello che Pippo chiama «il passepartout dell’amore». «Il disco è uno sprone a vivere la vita perché è bella, ci sono i problemi ma bisogna superarli. Il pop ha il compito di dare una spinta nei momenti difficili». 
Prova a guardare fuori dal cuore, a quello che accade nel Paese. Di recente aveva confessato di aver votato Movimento 5 Stelle e di vedere in Salvini uno a volte duro e pesante che però smaschera l’ipocrisia. «Sono l’italiano medio che non sa dove sbattere la testa. Quando qualcuno si presenta con la voglia di cambiare lo voto, se poi fa casino che ci posso fare? Su certe cose Salvini mi sembrava più deciso degli altri, però vedo comunque tanta confusione e anche lui a volte spara ca… Se guardo al passato dico che Renzi non aveva fatto tutto male. E ho votato anche Berlusconi, ma è andata come è andata».