ItaliaOggi, 22 novembre 2018
Il muro contro muro ci penalizza. Giulio Sapelli critica la politica barricadera dei pentaleghisti
Il muro contro muro dell’Italia con l’Europa non aiuta a cambiare i trattati Ue. «È una scelta tattica sbagliata», dice Giulio Sapelli, economista e storico, «facciamo lavorare in santa pace Tria, Savona, Moavero... e imitiamo gli spagnoli».Domanda. Professore, l’Unione europea ha bocciato la nostra manovra, ora si apre la procedura per deficit eccessivo contro l’Italia. Siamo allo scontro finale?
Risposta. C’è una drammatizzazione di quanto sta avvenendo fuori luogo. Se leggessimo El Pais scopriremmo che la comunicazione di Pierre Moscovici è arrivata pure alla Spagna, che ha annunciato un deficit al 2,7%. E loro mica ci aprono i giornali o i tg, relegano la notizia alle pagine di economica.
D. Sta dicendo che la stampa italiana sta ingigantendo la questione?
R. Non me la prendo con i giornalisti, dico però che sarebbe bene attendere le decisioni del Consiglio europeo prima di evocare la fine del mondo. E intanto guardare quello che accade fuori dai confini. L’Italia non è sola, è stata bocciata pure la Spagna, quasi certamente nella stessa situazione ci sarà la Francia, dove il buon Emmanuel Macron ha annunciato un reddito di cittadinanza che somiglia a quello italiano. E arriverà al solito 3% di deficit/pil. La verità è che in tutti gli altri paesi c’è un’unità nazionale che da noi manca.
D. Anche i mercati ci stanno punendo.
R. È in atto una guerra economica, noi siamo terra di conquista, più siamo deboli meglio è.
D. La strategia del muro contro muro di Salvini e Di Maio con l’Ue è una buona scelta?
R. È una scelta sbagliata, la negoziazione andava fatta con diplomazia, sotto traccia con i nostri rappresentanti a Bruxelles, se ne abbiamo ancora, facendo lavorare in santa pace Tria, Moavero,. Savona, gli sherpa... La negoziazione sempre e comunque, prima segretamente e poi pubblicamente. Consiglierei la lettura delle Memorie del cardinale Richelieu.
D. Il governo Lega-M5s sbaglia per inesperienza o è invece una scelta?
R. No, non è inesperienza, è voluto, pensano di vincere contro l’eurocrazia mettendo sul tappeto il peso dei popoli. Ma in questo modo si crea solo il panico tra gli euroburocrati, e si ottengono come risultato dichiarazioni piene di acrimonia, irrigidimenti ancora più massicci.
D. E dunque zero vantaggi?
R. Andando avanti così l’Italia non ne avrà, sta provocando una reazione di incertezza e angoscia a cui la tecnocrazia risponderà con violenza. Se l’obiettivo è rinegoziare i Trattati europei non è così che lo si raggiunge. Occorre aver ben chiari gli obiettivi, ma serve anche la flessibilità di trattare.
D. Il governo e in particolare la Lega contano in un risultato alle prossime elezioni europee che ribalti gli equilibri e che consenta di ammorbidire i rigori dei tecnocrati contro l’Italia.
R. Togliamoci dalla testa che i sovranisti possano vincere. Gli equilibri potranno anche cambiare, ma non è con il muro contro muro che si cambia l’Unione. Questa, lo ripeto, è una linea tattica sbagliata.
D. E allora c’è da aver paura.
R. Ma no, c’è tempo per correggere il tiro, serve la decisione del Consiglio europeo per passare dalle parole ai fatti. Intanto noi dovremmo imitare gli spagnoli, il governo non ha una maggioranza eppure con Moscovici sono solari. E derubricano la bocciatura alle pagine interne dei giornali.