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 2018  novembre 21 Mercoledì calendario

Il Bitcoin cede il 30% in sette giorni

Il dipartimento alla Giustizia Usa vuole vederci chiaro sul rally vorticoso che ha portato il Bitcoin fino a un picco di quasi 20.000 dollari a fine 2017anno. Nel mirino c’è ancora una volta Tether, criptovaluta non molto nota legata alla parità con il dollaro: ogni Tether emesso è garantito da un dollaro di riserva. In realtà il sospetto è che l’emissione non fosse adeguatamente coperta e che la valuta venisse usata per gonfiare ad arte i prezzi. Paradossalmente il Tether, insieme ad altre criptovalute legate al dollaro – le cosiddette stablecoin -, è rimasta una delle poche che si sono salvate dall’ondata di vendite che ha colpito tutto il listino delle criptovalute negli ultimi giorni, con perdite in doppia cifra per tutte. Il bitcoin è scivolato ieri fino a quota 4.400 dollari, ai minimi dall’ottobre 2017, con una caduta attorno al 30% rispetto a sette giorni fa quando veleggiava attorno a 6.400, livello sul quale si era stabilizzato da ormai sei mesi. Lo scivolone ha portato la capitalizzazione a 82 miliardi, un quarto dei 330 miliardi del picco. In flessione anche tutte le altre criptovalute il cui valore complessivo è ridotto a 150 miliardi di dollari rispetta ai quasi 800 miliardi di inizio anno. A dare il via alle vendite è stata settimana scorsa la scissione sulla blockchain di Bitcoin Cash, a sua volta nato ad agosto da una biforcazione di bitcoin: la divisione tra Bitcoin Abc e Bitcoin Sv è apparsa fin dall’inizio senza particolari giustificazioni, se non dettata da uno scontro di potere interno tra i creatori del Cash. La “hard fork” ha rafforzato l’immagine di un mondo senza governance, opaco e in mano a pochi attori che ne determinano le evoluzioni. Per bitcoin la flessione di quasi l’80% dal picco segna la terza maggior caduta della sua storia, tanto che anche gli analisti tecnici sono stati presi in contropiede. Per il momento la resistenza a 4.400 dollari ha resistito, ma nessuno esclude una discesa sotto 3.500, che «comprometterà la struttura tecnica di lungo periodo non solo in analisi tecnica ma anche per ricostruire la fiducia degli investitori», commenta Federico Izzi, trader indipendente.
Il clima di incertezza è stato alimentato anche dagli interventi regolatori della Sec, che venerdì ha emesso la prima condanna contro gli artefici di due Ico, le offerte iniziali di valuta, nell’ambito di una più ampia azione mirata a mettere un freno ad abusi e truffe che si sviluppano nel mondo delle valute digitali. La Sec è stata chiara già più volte: a parte Bitcoin, Ethereum e poco altro, la criptovalute sono assimilabili a “securities”. E come tali devono sottostare alle regole tradizionali del mercato finanziario.