la Repubblica, 21 novembre 2018
Perché Bill Gates suggerisce di vedere una serie tv
Se volete sapere davvero com’è fatta la Silicon Valley guardate Silicon Valley, dice Bill Gates, la serie tv di Hbo che racconta le vicende di quattro sviluppatori decisi a mettere a frutto l’idea della vita – un sistema di compressione dei dati che si rivelerà molto più efficiente di quanto appaia all’inizio – per fondare una società che sia in grado di competere con i grandi.
E in effetti la serie comica di Mike Judge è forse una delle migliori rappresentazioni della Silicon Valley che la cultura pop abbia prodotto fin qui, tanto fedele al reale da trovarsi ora di fronte al problema della realtà: negli ultimi due anni le notizie da e i discorsi sulla Silicon Valley sono diventati più drammatici e paranoici, e la quinta stagione quasi non tiene il passo con la distopia della cronaca. Piccolo ripasso: Facebook è accusata di aver taciuto sulle ingerenze russe nella campagna elettorale; Google di aver nascosto le molestie sessuali di alcuni suoi dirigenti; tutte le big five di contribuire ad aumentare le diseguaglianze, di non promuovere la diversità di genere, di flirtare con i regimi autoritari.
Non che Judge e soci abbiano mai ceduto alla mitologia, anzi, la serie fa a pezzi con ironia tutti i cliché sulla Silicon Valley, a cominciare dall’idea che bastino un garage e una buona idea per trasformare una startup in un colosso globale, cosa che invece è impresa assai più insidiosa: grow fast or die slow, cresci in fretta o morirai lentamente, è l’imperativo, ma più cresci più sono diversi e complessi i problemi da gestire.
Le personalità dei quattro protagonisti della serie poi – maschi, tutti bianchi, tranne uno – sbeffeggiano tutti i vizi e i tic culturali della Valle, un mix di ambizioni messianiche, bullismo e insicurezza nei rapporti personali che ha divertito molto anche Bill Gates: «Anche un grande sostenitore della tecnologia come me deve ridere quando un personaggio parla di come cambierà il mondo con un’app che ti dice se quello che stai mangiando è un hot dog o no». Epperò nella quinta stagione si ride un po’ meno. Nella prima puntata ( spoiler), in una stanza bianca e senza finestre Dinesh dice che gli ricorda un sito di black ops del governo, le operazioni segrete di disinformazione e propaganda. Il resto scivola via tra dilemmi etici sull’intelligenza artificiale e robot che si autogovernano, sognando un internet decentralizzato. E aspettando la Sesta stagione, attesa in tv nel 2020.