la Repubblica, 20 novembre 2018
Fallisce la rivista di nozze che boicottava le coppie gay
Era il giornale di matrimoni più venduto d’Australia: una di quelle riviste patinate piene di articoli su abiti da sposa, banchetti di nozze, lune di miele, intercalate da pagine di pubblicità sugli stessi argomenti. Ma nei giorni scorsi White (Bianco), il mensile in questione, ha improvvisamente annunciato la chiusura. Motivo: la fuga degli inserzionisti, che hanno cancellato uno dopo l’altro i contratti con il magazine. E la ragione della fuga è che White parlava sì di matrimoni, ma non di quelli fra persone dello stesso sesso: «Siamo cristiani», spiegano Luke e Carla Burrell, marito e moglie oltre che editori-direttori, «dobbiamo riflettere i nostri valori». Senonché i loro valori si scontrano con la legge approvata lo scorso anno dal Parlamento australiano che ha legalizzato il matrimonio gay, dopo un referendum popolare che ha approvato il provvedimento a stragrande maggioranza. Il rifiuto di mettere in copertina o nei servizi all’interno qualunque riferimento alle nozze tra omosessuali non era stato dichiarato apertamente dalla rivista: lo ha scoperto una fotografa, lesbica e sposata con un’altra donna, rivelando sui social network che c’era un divieto di fatto. Da quel momento è partito il boicottaggio delle aziende che facevano pubblicità su White e avrebbe potuto anche iniziare un’azione giudiziaria per discriminazione delle minoranze, sicché i due fondatori hanno preferito interrompere le pubblicazioni. «Non volevamo iniziare una guerra politicolegale», affermano su Facebook, «il nostro unico programma editoriale era l’amore». Sui social, dove la questione ha scatenato il dibattito, in parecchi li accusano di omofobia: «Il loro unico programma non era l’amore bensì l’amore eterosessuale», osserva qualcuno. C’è anche chi li difende: “Purtroppo al giorno d’oggi se hai fede, e non sei d’accordo con il matrimonio fra persone dello stesso sesso, non puoi fare quello che vuoi”, commenta un’associazione cristiana.
Non è il primo caso del genere. Il mese scorso, negli Usa, una pasticceria dell’Oregon che si era rifiutata di confezionare una torta di nozze per una coppia di lesbiche ha cessato l’attività, travolta dalle critiche. Nel Regno Unito, la Corte Suprema ha invece riconosciuto il diritto di una pasticceria di Belfast a non preparare una torta per una coppia di omosessuali in cui sarebbe dovuta apparire la frase “Appoggio il matrimonio gay”. I pasticceri, afferma la sentenza, non avrebbero potuto rifiutare di fare una torta per una coppia omosessuale, «ma cosa diversa è confezionarne una con un messaggio con cui non erano d’accordo, nessuno può essere obbligato a esprimere un’opinione che non condivide». I gruppi per i diritti dei gay hanno considerato il verdetto come un passo indietro nella lotta alla discriminazione sessuale.