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 2018  novembre 19 Lunedì calendario

Banche fallite, rimborsati 232 milioni

I risparmiatori traditi e la guerra dei tre forni. Il quadro delle misure che si sono susseguite nel tempo ha fatto in modo che a pronunciarsi sulle vicende delle banche in liquidazione coatta amministrativa (Veneto Banca e Banca di Vicenza) e quelle sottoposte a procedimento di risoluzione (Banca Etruria, CariFerrara, Banca Marche, CariChieti) fossero tre diversi enti: il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), l’Arbitro dell’autorità Anticorruzione e l’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) della Consob, che hanno già disposto rimborsi per un totale di 232 milioni di euro.
I dati più recenti sono quelli (inediti) dell’Arbitro Anac, a cui si sono rivolti i risparmiatori con redditi e patrimoni in bond subordinati più alti. Al 14 novembre, l’ente presieduto da Raffaele Cantone ha emesso 835 ordini di liquidazione al Fondo vittime banche, per un valore di 27,5 milioni di euro: il 61% dell’ammontare di questi ristori richiesti, pari a 45,4 milioni di euro. Anac ha iniziato a valutare le 1.695 istanze dal 27 marzo scorso. Due i collegi: il primo composto da Cantone, da Raffaele Squitieri e da Marco Sepe; il secondo da Ferruccio Auletta, Giuseppe Salmè e Salvatore Messineo.
Escludendo la sospensione di agosto, in sei mesi e mezzo sono state vagliate 1.012 richieste (accolte 835). L’obiettivo è di chiudere in primavera, valutando per ogni seduta settimanale circa 20-25 richieste. Un’accelerazione nella risoluzione degli arbitrati che è stata resa possibile da quella che viene indicata come «evidenza dei fatti», come segnalato da fonti vicine ai due collegi dell’Anac. Tra l’altro, sulle stesse vicende sono in corso di istruzione diversi procedimenti giudiziari che starebbero sollevando ombre sul ruolo dei dirigenti degli istituti di credito. Nei faldoni dell’Anticorruzione, infatti, non mancano denunce ricche di particolari, come quelle presentate dall’avvocato Letizia Vescovini, impegnata nella tutela dei risparmiatori.
Nel frattempo il Fondo interbancario (Fitd) si è occupato della liquidazione forfettaria dell’80 per cento dell’investimento per i piccoli risparmiatori, quelli con un reddito Irpef non superiore a 35mila euro e un investimento non superiore a 100mila euro. Ad aprile il Fondo ha comunicato di avere liquidato 15.443 richieste di risarcimento per un totale di circa 180,9 milioni di euro.
L’Arbitro Consob (Acf), invece, era l’unica chance per i soggetti esclusi dalla possibilità di accedere a Fidt e Anac: in pratica gli azionisti e coloro che detenevano obbligazioni non ricomprese tra quelle previste per le altre procedure. Però a luglio del 2017, l’Acf aveva dovuto chiudere le porte a ulteriori ricorsi sulle banche venete, perché a queste due era stata tolta la licenza bancaria.  
Il primo anno di attività dell’Acf si è comunque chiuso con oltre 1.860 ricorsi, pervenuti con richieste di risarcimento intorno a 100 milioni di euro, con una media intorno ai 55mila euro. Circa un terzo delle richieste riguardava risparmiatori che denunciavano operazioni di misseling da parte delle banche venete (e delle loro controllate: l’Acf accoglieva anche i ricorsi di chi aveva acquistato da queste ultime). L’approvazione del decreto Milleproroghe 2018 però ha rimesso in campo l’Acf, dando la possibilità di una liquidazione immediata fino al 30% del valore per chi avesse avuto una decisione favorevole, entro il prossimo 30 novembre (fino al Milleproroghe, il problema dell’Acf era che non dava accesso a un fondo costituito a cui attingere). 
In attesa del bilancio definitivo delle decisioni dell’Acf, qualche dato comincia a trapelare e risulta che l’Acf abbia già riconosciuto circa 24 milioni di rimborsi (si veda l’articolo in basso) e sia molto vicino all’obiettivo di chiudere tutte le circa 750 pratiche relative alle banche interessate.
Il testo attuale della legge di Bilancio prevede ancora una procedura bipartita (Anac, Acf), ma ci sono forti pressioni dei consumatori per unificare i procedimenti presso l’Acf, per il quale la stessa legge prevede un potenziamento della struttura.