Libero, 19 novembre 2018
Putin fa propaganda attraverso Masha e Orso?
Pirati informatici che manipolano le nostre opinioni politiche e ci costringono a votare cose che in realtà non vorremmo; finanziamenti a pioggia a favore di partiti e movimenti contrari a un’Europa che sarebbe naturalmente unita, forte e solidale; bufale diffuse ad arte su Facebook e altre reti sociali per convincerci che la terra è piatta e quindi anche un vicepremier come Di Maio è all’altezza del suo compito. Signore e signori, tutto questo è terminato: i capisaldi di quella che ritenevamo la moderna propaganda russa sono finiti in soffitta. Il Cremlino, apprendiamo dalla stampa inglese, punta infatti a ben altro: direttamente cioè al lavaggio del cervello delle nuove generazioni di cittadini occidentali mediante l’uso sapiente di temibili cartoni animati.
SOSPETTI La denuncia arriva dal Times, un tempo prestigioso, che in un articolo firmato da Mark Bridges presenta le tesi del professor Anthony Glees, docente di scienza politica alla Università di Buckingham, secondo il quale il cartone animato russo Masha e Orso sarebbe uno strumento di soft powerper fare propaganda a favore del Cremlino. In realtà l’idea non l’ha avuta per primo Glees ma gira da tempo nel mondo accademico e politico dei Paesi che confinano con il gigante eurasiatico. In particolare Priit Khybemyagi, che insegna all’Università di Tallinn, in Estonia, è convinto che questo film d’animazione sia stato pensato per «cambiare l’immagine della Russia nella mente dei bambini dal negativo al positivo». Il cartone sotto accusa è peraltro famosissimo anche da noi. Masha e Orso è prodotto dal 2009 nello studio di animazione Animaccord che ha sede a Mosca; si ispira ai personaggi del folclore russo e i due protagonisti sono una bambina, vestita con un costume tradizionale ma color fucsia, irrequieta e testarda, specialista nel ficcarsi nei pasticci, dai quali immancabilmente la sottrae il suo amico Orso, che è proprio un orso, con pelliccia e artigli ma saggio e bonario (sopporta sempre i capricci di Masha anche se a volte la mette in castigo; severo ma giusto). In Italia la serie è andata in onda su Rai 2 fino al dicembre 2011. In seguito è stata trasmessa a più riprese da Rai YoYo e dal canale DeA Junior. Il secondo canale la mandava in onda alle 20, a dimostrazione del favore che incontrava nel pubblico dei più piccoli. In Gran Bretagna pare sia ancora più popolare, benché vada in onda su YouTube: il canale dedicato ha infatti più di 4 milioni di sottoscrizioni e 4 miliardi di accessi; di recente la serie è finita su Netflix ed è pronta la versione in lingua spagnola. Un successo.
UN PUTIN PELOSO Ma come avviene l’indottrinamento dei poveri piccoli spettatori? L’orso è notoriamente il simbolo del potere russo e il plantigrado animato è il personaggio positivo della vicenda. È una figura paterna per Masha; inoltre ha tutte le qualità e i piccoli vizi russi: ama pescare, curare il giardino, guardare il calcio in tv, prepararsi il tè nel samovar; poi legge tanto e ha anche talenti artistici (dipinge, suona, è un provetto giocoliere e prestigiditatore; d’altronde ha lavorato nel circo da giovane). Quindi i piccini vedrebbero nel peloso mammifero il simbolo di Putin, che è piccolo, glabro ma pronto a difendere i deboli in difficoltà... Ma non è tutto. In una puntata, che più di altre ha scioccato gli intellettuali globalisti, Masha con un cappello da doganiere sovietico in testa respinge l’invasione del suo campo di carote dall’attacco di alcuni animali. Chiara metafora del sovransimo e della difesa dei confini europei dalle orde migranti. L’impressione è che qualcuno abbia perso il senso della realtà. Ma se i professori anglo-baltici avessero qualche ragione, allora la conclusione a cui si giungerebbe, data la fortuna di Masha e Orso col pubblico, è una sola: i bambini sono tutti populisti.