Corriere della Sera, 19 novembre 2018
Prescrizione, casi in calo dal 2004
Le prescrizioni sono troppe ma, se guardiamo alle 213.774 del 2004, si sono ridotte del 58%, per poi assestarsi negli ultimi 6 anni, in leggera altalena, intorno alle 130.000 l’anno. Resta alta l’incidenza delle prescrizioni sui procedimenti definiti, 9,4%, ma meno del 2004, quando sfiorava il 15%. Non si può dire che sia sempre colpa dei «cavilli» di avvocati «azzeccagarbugli» (copyright ministro Bonafede): una ricerca Eurispes del 2010, ha mostrato come, su 100 rinvii, i legittimi impedimenti per avvocato e imputato contassero per il 2,3% e l’1,2%, l’omessa citazione o l’assenza dei testi della difesa per lo 0,1% e l’1,2%, le questioni processuali per l’1,9%. Il resto andava sul conto della macchina giudiziaria, tra cui l’11,2% per assenza o omessa citazione dei testi del pm, e il 5,7% per assenza del giudice. Prima di intervenire sul sistema di garanzie, va considerato che dal 58 al 70% delle prescrizioni totali maturano ogni anno in mano ai pm nelle indagini prima del processo.
Meridione scassato rispetto al Nord efficiente? Occhiali strabici: Torino e Venezia spiccano accanto a Napoli e Roma tra le 4 Corti d’Appello che da sole totalizzano metà di tutte le prescrizioni, molte sedi del Sud figurano tra i 52 Tribunali su 135 dove la prescrizione fulmina il 3% dei processi definiti (la media nazionale è del 7,3%), mentre molte sedi del Nord compaiono fra i 36 Tribunali in doppia cifra, e sopra il 20% stanno tanto Reggio Calabria quanto Reggio Emilia. Certo non tutti i magistrati lavorano molto, e i dirigenti degli uffici non sono sempre all’altezza del compito, ma la questione è anche un’altra: in Tribunale a Bergamo, ad esempio, l’anno scorso i giudici hanno dovuto alzare il piede dall’acceleratore della loro produttività di sentenze (doppia dei già celeri colleghi di Milano) perché le cancellerie, sotto organico del 40%, non erano in grado di reggere i successivi adempimenti. Servirà certamente trovare (entro i 500 milioni annunciati dal Guardasigilli) più soldi per assumere più cancellieri, ma non basta. L’ex ministro Orlando, dopo 20 anni senza concorsi, con 267 milioni ha immesso 4.000 cancellieri: ma più che colmare le carenze di organico, hanno appena arginato i contemporanei pensionamenti di un personale dall’età media molto alta. E con «quota 100» le 3.000 assunzioni promesse da Bonafede non pareggeranno l’esodo del 12-13% di personale amministrativo in potenziale zona pensione.
Se dunque si conviene sul bloccare intanto la prescrizione al primo grado, o meglio già al rinvio a giudizio, è cruciale affiancare rimedi compensativi che evitino all’imputato di restare appeso in eterno a un processo, quando l’irragionevole durata non dipenda da sue manovre dilatorie ma da lentezze patologiche della macchina giudiziaria. Magari guardando alla Germania, dove si detrae dalla condanna una quota proporzionale di pena, ed è previsto un indennizzo e il pagamento delle spese legali in caso di assoluzione.