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 2018  novembre 18 Domenica calendario

Salvini non è mai al Viminale

Il fatto a ben vedere è curioso: il ministro dell’Interno Matteo Salvini è ovunque, tranne che al ministero dell’Interno. In tv, alla radio, su Internet, a fare comizi nei piccoli Comuni, in missione all’Estero, al Senato, a Palazzo Chigi, nella sede della Lega, alle sagre di paese e alle feste della polizia. L’uomo che sta costruendo la sua fortuna politica sull’attività del Viminale – meno sbarchi, taglio dei costi dell’accoglienza, sicurezza – non è mai al Viminale.
L’agenda Prendiamo una settimana tipo del ministro, quella dal 5 al 12 novembre. Lunedì mattina Salvini parte per il Ghana. L’obiettivo è strappare un accordo per i rimpatri. Sarebbe un risultato spendibile per l’attività di ministro, ma il viaggio si traduce per lo più in uno spot personale. Salvini si imbarca per Accra attorno alle 9 di mattina, nelle seguenti 24 ore pubblica su Facebook le foto con l’omologo Ambrose Dery e poi col presidente Nana Akkufo-Addo. Il bilancio è magrolino: un patto generico per il sostegno italiano allo sviluppo “a casa loro” e in particolare un progetto sul territorio per 800 lavoratori ghanesi. Sui rimpatri, come si diceva una volta, zero carbonella.
Il giorno dopo, martedì 6 novembre, dovrebbe essere quello dell’approvazione al Senato del decreto Sicurezza. Il Capitano ha in programma di sbarcare a Palazzo Madama subito dopo le intenzioni di voto e festeggiare la sua legge bandiera. L’approvazione però slitta: i 5Stelle sono furiosi per la melina leghista sulla prescrizione e prendono tempo. Salvini arriva alle 19 a Roma e punta dritto verso la sala stampa. Non fa una piega. A chi gli chiede se è previsto un vertice con Conte e Di Maio, risponde che lui quella sera ha un appuntamento con la Champions League. La mattina successiva – mercoledì 7 – è ancora in Parlamento: stavolta si vota e Salvini può esultare. Poi scappa al Viminale – finalmente – per un’altra delle sue battaglie: il taglio dei costi dell’accoglienza (i famosi 35 euro al giorno per ogni migrante). Il lavoro sul dossier è stato svolto dalla prefetta Gerarda Pantalone, al tavolo con l’Anac siede Nicola Molteni e Salvini arriva direttamente per la conferenza stampa: “È una giornata storica”, dice. Poi va in tv da Barbara D’Urso (ore 17, Pomeriggio 5) e Lilli Gruber (ore 18, registrazione di Otto e mezzo).
Giovedì 8 novembre è il giorno del vertice dell’ennesimo disgelo con Conte, Di Maio e Bonafede: li vede alle 8:30 di mattina. Poi alle 10 scappa a fare il ministro dell’Interno: deve presiedere il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Alle 17 riceve il ministro dell’Interno libico Fathi Bashaaga. Sono le ultime due attività al Viminale della sua settimana. La mattina dopo – venerdì 9 novembre – è all’Auditorium di Roma per la presentazione di un docufilm sul cyberbullismo, #Cuoriconnessi 2. Nel pomeriggio si presenta all’Università Lumsa per un convegno sulle sette esoteriche e pseudoreligiose.
Il sesto giorno il Capitano si riposa: la mattina è insolitamente out of business per “impegni privati”, nel pomeriggio vola a Milano per Eicma, la fiera della motocicletta. Ci torna anche la mattina successiva, quella dello show con il tele-biker Vittorio Brumotti: Salvini si stende supino per terra, il centauro zompetta in sella sfiorandogli l’osso del collo. Infine, alle 17, è l’ospite d’onore della seconda giornata della scuola di formazione politica della Lega.
La squadra Allargando il periodo osservato, il risultato non cambia. Dal 2 giugno Salvini è vicepremier, senatore, segretario di partito, performer politico di alto livello e – nei ritagli di tempo – ministro dell’Interno. Al Viminale c’è una macchina che lavora al posto suo. Quella tecnica dei prefetti incaricati e quella diabolica della sua propaganda (la “Bestia” allevata dai soci Luca Morisi e Andrea Paganella e l’infaticabile portavoce Matteo Pandini). Il Capitano che si racconta in servizio permanente del popolo italiano, è soprattutto in campagna elettorale. Quella sì, permanente.
I numeri Per comodità qui si considerano solo gli ultimi 35 giorni: da sabato 13 ottobre a sabato 17 novembre. Poco più di un mese, 5 settimane esatte, durante le quali Salvini ha girato l’Italia e il mondo con energie apparentemente illimitate. I viaggi: in questo periodo Salvini ha visitato 34 Comuni italiani e ha compiuto 4 missioni all’estero (mezza giornata in Romania, uno o due giorni in Qatar, Russia e Ghana). La campagna elettorale: complici le elezioni regionali in Trentino, Salvini ha tenuto 23 comizi in altrettante piazze nelle province di Trento e Bolzano. I vertici: Salvini è stato impegnato a Palazzo Chigi in Consigli dei ministri e incontri informali di governo in almeno 9 occasioni. Ai quali va aggiunta una cena “riparatoria” con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio il 23 ottobre. I media: senza contare le singole interviste trasmesse da tg e talk show, il capo della Lega è stato protagonista di 6 trasmissioni televisive e 2 radiofoniche, tanto in Rai quanto in Mediaset. I convegni: il ministro ha incontrato 8 realtà produttive. Nell’ordine: Confimi industria a Monza, i costruttori edili e Unindustria a Roma, Confindustria Russia a Mosca, Coldiretti a Cernobbio, il Forum economico euroasiatico a Verona, Confitarma, gli artigiani del Cna a Milano.
Negli stessi giorni il Capitano ha dato spettacolo alla fiera dei cavalli di Verona (con selfie e video putiniano in sella a un corsiero nero) e a quella delle moto di Rho (Milano). Ha presenziato a due lezioni della scuola politica del suo partito. Ha visitato i Comuni alluvionati di Mestre, Belluno e Terracina. Si è fatto vedere nel quartiere romano di San Lorenzo dopo la morte di Desirée Mariottini e all’aeroporto di Pratica di Mare per accogliere i migranti del suo primo corridoio umanitario. Ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore di Polizia e alla presentazione del calendario della Polizia di Stato. Tutto questo – forse il dato più impressionante – in un mese in cui la temperatura politica nella maggioranza è salita a livelli mai sperimentati: negli ultimi 35 giorni i gialloverdi hanno rischiato il collasso sul decreto fiscale e sulla “manina” leghista che ha inserito il condono, si sono scontrati sulla riforma della prescrizione, sul decreto Sicurezza, sulle grandi opere e sui termovalorizzatori. E sempre in queste settimane, per non farsi mancare niente, il ministro ha dovuto archiviare la sua lunga storia d’amore con Elisa Isoardi (con annuncio Instagram di lei e foto del Capitano desnudo). Tutto il resto – poco, molto poco – è Viminale.