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 2018  novembre 18 Domenica calendario

Il balletto su Jack lo Squartatore

Una Londra spettrale, nei cui vicoli bui e nebbiosi si annida la follia armata di lama. Non si tratta di un film horror, bensì di un balletto ispirato al più «british» tra gli assassini seriali di prostitute: Jack lo Squartatore. A resuscitare sulle punte il misterioso omicida che seminò il terrore nei sobborghi della capitale inglese, nell’ultimo scorcio dell’Ottocento, ci pensa la coppia (nella vita e sul palco) Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, lei étoile e lui primo ballerino del Jas Art Ballet, compagnia da loro fondata nel 2013, con la quale si accingono ora a portare in scena Jack, pazzia e amore. I conflitti di un serial killer, al debutto assoluto il 5 e 6 dicembre al Teatro Carcano di Milano. 
«Abbiamo voluto fare un balletto sorprendente e fuori dalle righe – raccontano – nella cui suspence coinvolgere il pubblico. La firma di Jack è il sangue, elemento che scorre nei testi delle canzoni e nei colori dei costumi: le ballerine-prostitute indossano tutù rossi. Ma la pazzia si accompagna all’amore. Perciò il finale arriva inatteso». 
Entrambi ex scaligeri, Brazzo e Volpintesta sono produttori e interpreti del «ballet-opera» firmato da Diego Mecchi (testi e musiche orchestrate da Gaspare Bartelloni) e da Damiano Bisozzi (coreografia e regia). Volpintesta si calerà nei panni dello Squartatore, che diventa però una figura doppia non immune da dubbi: «Di giorno – racconta il ballerino – sono George, insospettabile medico in cilindro, ma di notte mi trasformo in Jack, vestito di pelle nera, e assecondo la mia follia, aiutato da Conder, interpretato da Mino Viesti, uno straccione al mio servizio che mi procura le vittime tra le donne di strada. Sarà però una figura femminile a scoprire la mia ombra, causata da un trauma infantile». 
Al suo fianco, Sabrina Brazzo è Mary, una giornalista che indaga sugli omicidi e finisce per imbattersi nel fascinoso dottore, di cui si innamora. «È una donna emancipata che intuisce il lato scuro di George-Jack – spiega l’étoile – ma invece di convincerlo a curarsi, fa finta di nulla e lo copre. È dunque un personaggio negativo, come lo sono tante donne che ancora oggi tollerano di vivere accanto a un violento, lo scusano illudendosi di cambiare un uomo malato. Bisognerebbe rifiutarsi di fare le crocerossine accettando qualsiasi oltraggio. Non potrei mai subire in silenzio le violenze del mio uomo. Perciò Mary è un ruolo contro la mia natura». 
Nel gioco di videoproiezioni scorrono i luoghi dove le cronache dell’epoca hanno collocato gli omicidi: la piazza intorno a cui furono trovati i corpi delle vittime, il laboratorio di Jack e l’obitorio, la gabbia della prigione e la caserma di polizia, la redazione del giornale. Nell’ambientazione dark, i costumi in pelle sono stati disegnati con gusto postmoderno dagli allievi stilisti dell’Istituto Marangoni. 
«Il soggetto ci intrigava – aggiunge Volpintesta —. Diego Mecchi aveva creato nel 2007 un musical che virava la colonna sonora in chiave elettronico-disneyana. Noi abbiamo preferito un’orchestrazione sinfonico-rock, con due cantanti lirici in scena che fungono da avatar rispetto ai protagonisti Jack e Mary: il tenore della Scala Ramtin Gazhavi e il mezzosoprano Marta Leun Kwing Cheung».