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 2018  novembre 18 Domenica calendario

Europee e politiche, il voto unico (nel 1979)

Apparentemente è solo un’ipotesi del terzo tipo, ufficialmente tutti la smentiscono, dureremo 5 anni dicono sia Salvini che Di Maio. Poi però, dietro le quinte, persino a Palazzo Chigi, non tutti sono disposti realmente a scommettere sulla durata del governo. Persino una persona misurata come il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, si lascia spesso andare a un filo di sconforto, a porte chiuse. Il primo motivo di una possibile crisi sarebbe macroeconomica, se lo scenario del Paese dovesse davvero peggiorare e avvitarsi. Un dato di realtà che metterebbe a dura prova il patto elettorale fra Lega e Cinque Stelle. E forse anche per questo comincia a circolare con sempre più insistenza, nei due partiti, l’ipotesi che insieme alle elezioni Europee, previste a fine maggio, possano abbinarsi le Politiche. Qualcuno addirittura teme che sia l’obiettivo recondito della strategia di Matteo Salvini.
L’unico precedente è del 1979, che poi fu anche la prima volta che gli italiani votarono direttamente per scegliere i parlamentari di Bruxelles e Strasburgo. Pochi giorni prima, appena sei, si tennero le Politiche. Il Psi avrebbe voluto l’accorpamento, la Dc disse no: impossibile. Perché allora si votava in un giorno per le Europee e in due per le Politiche. Una differenza che oggi non c’è più. «Ma alla fine cambierebbe poco, sarebbe comunque la conclusione di un’unica campagna elettorale – dice Paolo Cirino Pomicino —, che ricorda come dopo la morte di Moro, Craxi tentò di fare un governo di centrosinistra, e Andreotti reagì facendo cadere il governo. Per accorpare le due elezioni non esistono problemi giuridici». Ma è uno scenario plausibile? «Io credo che i due partiti siano cementati da un forte patto di potere, e Salvini non ha ancora consolidato una vera egemonia politica, ma tutto può crollare con una recessione e un serio isolamento internazionale, o con la presa di coscienza che fare una battaglia per conto di Mosca e Washington contro la Ue è una strategia fallimentare». 
Anche per il costituzionalista Massimo Luciani, un accorpamento è possibile: «Non ci sono ostacoli costituzionali né legislativi, non esistono norme impeditive, sia nelle leggi elettorali che nella legge europea». Anche se si tratta di modelli diversi? «Certo, succede già oggi, con l’accorpamento di comunali e nazionali.»