Corriere della Sera, 18 novembre 2018
Monsignor Viganò e la predica dal pulpito sbagliato
Da che pulpito! Qualche volta succede che i moralizzatori vengano moralizzati, nonostante le pronte difese d’ufficio. Mons. Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Usa, protagonista quest’estate di un attacco senza precedenti a papa Francesco di cui ha chiesto pubblicamente le dimissioni, dovrà versare a uno dei suoi fratelli, don Lorenzo, un sacerdote disabile, un maxi-risarcimento: quasi due milioni di euro, oltre gli interessi legali e le spese processuali. Nel 2010, i due sacerdoti, più altri fratelli, avevano ricevuto una cospicua eredità dal padre per un valore stimato di quasi 20 milioni e mezzo di euro, oltre a una rilevante somma di denaro (circa 7 milioni). I proventi dei beni immobili erano gestiti da Carlo Maria; Lorenzo, sentendosi defraudato, è ricorso ai giudici che gli hanno dato ragione. Don Lorenzo (da anni risiede a Chicago) era stato tirato in ballo dal fratello che chiedeva a papa Ratzinger di non essere inviato nunzio a Washington, ma di rimanere in Vaticano. Doveva occuparsi del fratello disabile! Affari di famiglia, certo. Anche se in precedenza, sempre per questioni di vil denaro, c’era già stato un duro scontro con la sorella Rossana. Per fortuna, i soldi non sono più considerati lo sterco del demonio ma, come diceva Marcello Marchesi, non è bello che un prete si rivolga al Creatore pregandolo di dargli un assegno della sua Presenza.