La Stampa, 18 novembre 2018
La Lega a Mosca
Andrea Carugati
Fino agli Anni Ottanta a partire per Mosca erano i giovani comunisti, che andavano ad abbeverarsi alla fonte del partito guida, il Pcus. Ora, in tempi di sovranismi, in Russia ci vanno i leghisti. Venerdì è partita una delegazione di «Giovani Lega» (non più «padani» neppure nel nome) diretti a Mosca per «costruire un rapporto forte» con la giovanile putiniana, Molodaya Gvardiya (Giovane Guardia), e firmare con loro un «memorandum» di cooperazione, sulla scia di quello siglato nel 2017 dai rispettivi partiti. La missione è guidata dal deputato Andrea Crippa, che dirige i giovani di Salvini, e dal responsabile esteri del movimento Davide Quadri, sotto la regia di Gianluca Savoini, che da anni cura i rapporti di Salvini con Mosca.
Il memorandum è stato firmato ieri con gli omologhi russi, Serghei Perepelov (capo dello staff centrale) e Egor Litvinenko. A darne notizia la storica agenzia Tass. «La nostra interazione si basa su comuni valori culturali: la Russia rappresenta uno dei pilastri della difesa dei valori tradizionali, cristiani e familiari in Europa», spiegano i leghisti. Venerdì hanno incontrato alcuni esponenti della comunità italiana a Mosca: «La Lega è l’unico partito che ha difeso questi imprenditori in un periodo dominato dell’isteria anti-russa», dice Quadri. Il viaggio rientra in una strategia per stringere relazioni con i partiti «dell’alveo identitario», come l’Ukip britannico e i francesi di Marine Le Pen. «L’obiettivo è creare un network che ponga come principio l’identità del territorio e la sfida a questa Commissione europea».