il Giornale, 15 novembre 2018
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Biografia di Mino Milani
Spesso le persone, soprattutto gli scrittori, si giudicano dai loro amici. Quali scelgono, chi decidono di frequentare, come parlano di loro. Ecco. Gli amici di Mino Milani – caleidoscopico autore di romanzi per «piccoli» e per grandi, libri di storia, sceneggiature per fumetti, una bibliografia che occupa alcune pagine di Wikipedia, 65 anni di scrittura narrativa e giornalistica e 90 anni di età, a proposito: auguri – dicono, non a caso, moltissimo di lui e della sua vita avventurosa. Si chiamano Tommy River, cowboy; Melchiorre Ferrari, commissario dell’Imperiale Regia Delegazione di Polizia del Lombardo-Veneto che indaga nella Pavia di metà Ottocento; Guerrino il meschino; I cavalieri della Tavola rotonda, dei quali ha ri-narrato le gesta. E poi Sandokan il pirata, Fanfulla il capitano di ventura, Lord Shark, ufficiale ribelle dell’esercito inglese... E poi, ancora: spie, samurai, guerriglieri, principesse indiane, marinai, astronauti, rivoluzionari messicani, gli eroi del K2... Avventure di pace e di guerra...
Tra guerra e pace (è nato nel 1928, in mezzo a due guerre mondiali, ed è riuscito, privilegio di una generazione, a vivere senza per il resto della vita) Mino Milani è stato con Emilio Salgari – forse addirittura di più, come gli ha reso onore Gianni Rodari – il maggiore narratore d’avventura e di mistero del Novecento italiano. «Ho cominciato a scrivere per ragazzi nel 1953, quando avevo 25 anni. E all’epoca credevo a quanto facevo esattamente come oggi», è la risposta di Guglielmo Milani detto «Mino», pavese di fiume e di battaglie, conosciuto (anche) per la selva misteriosa di pseudonimi che dovette inventarsi ai tempi del Corriere dei Piccoli, tanto era prolifico: Stelio Martelli, Eugenio Ventura, Piero Selva, Mungo Graham Alcesti, T. Maggio... Comunque si firmasse, è sempre lui.
Le prime prove narrative, siamo nel 1946, sono sul settimanale della curia pavese Il Ticino, poi tra il 1953 e il 1977 è l’ala «conservatrice» del Corriere dei Piccoli, poi ribattezzato dei Ragazzi, dopo è il momento di CorrierBoy e il Messaggero dei Ragazzi, poi la direzione del quotidiano La Provincia Pavese (che lascia nel 1978 quando viene acquistata dal gruppo l’Espresso...), quindi il Giornalino e infine la libera professione di scrittore. Segue un numero impressionante di soggetti, adattamenti, sceneggiature per fumetti (ci sono le pietre angolari della graphic novel ante litteram italiana, come la saga del Dottor Oss, fra il 1964 e il 1969, o Il Maestro), feuilleton, corrispondenze dal passato («Dal nostro inviato nella Storia»), riscritture di classici, da Omero a Jack London, biografie (tra le più fortunate quella di Giuseppe e poi di Anita Garibaldi), romanzi bestseller come Fantasma d’amore (da cui nel 1981 Dino Risi trae il film con Marcello Mastroianni e Romy Schneider), gialli storici e libri per ragazzi che scrive in collaborazione con i più bravi disegnatori sulla piazza editoriale. Mino Milani è uno dei migliori sceneggiatori di fumetti italiani di sempre (il primo è I nemici fratelli, incontro sul fronte del Volturno tra due capitani, uno sabaudo e l’altro garibaldino, nel centenario della spedizione garibaldina dei Mille) e lavora con tutti i numeri uno, da Hugo Pratt (Billy James o Simbad il marinaio ad esempio) a Milo Manara, da Dino Battaglia a Sergio Toppi... e tra gli stranieri vale almeno ricordare il catalano Enric Sió, il cileno Arturo del Castillo e gli argentini Alberto Breccia e Jorge Moliterni.
Ma come si fa a raccontare una vita (e una scrittura) così avventurosa e creativa? Servirebbe qualcosa di sterminato... E infatti ecco qui Come è bella l’avventura (Effigie), imponente biografia illustrata di Mino Milani curata da Giovanni Giovannetti e Luisa Voltan: 680 pagine, più di mille immagini, mezza storia del nostro fumetto e l’altra mezza del «fantastico» italiano (tra mistero, horror, fantasy), e una bibliografia di 52 pagine, dalle collaborazioni giornalistiche (c’è anche il Giornale...) ai libri, campo che Milani conosce molto bene, essendo stato a lungo direttore della Biblioteca Civica di Pavia: i suoi titoli sono, circa, 330...
Mino Milani era ed è (quanto sia ancora popolare lo si è visto una decina di giorni fa al festival Lucca Comics, dove ha presentato in anteprima nazionale proprio Come è bella l’avventura) un micidiale inventore di storie, rapidissimo nella scrittura. C’è chi ricorda che non pochi numeri del Corrierino se li scriveva quasi per intero (è lì che inizia ad alternare il suo nome con altri di fantasia). Ed è autore dai mille volti lungo i sentieri dell’immaginario: l’avventura in primis, e poi i miti classici e moderni, il poliziesco, lo storico e il romantico, persino lo «scientifico» (del resto iniziò studiando Medicina, e lo si intuisce sfogliando le sue storie sulle grandi scoperte in campo geografico o tecnologico), e la fantascienza soprattutto (genere di cui da noi è stato un pioniere).
Quanti amici – guerrieri, indiani, esploratori, aviatori, pistoleri, santi e briganti – ha avuto Mino Milani in questi suoi primi novant’anni. E il bello è che lui non li ha mai considerati compagni di gioco. Ma – è sempre Gianni Rodari a dirlo, tempo fa... – compagni di vita. E forse lo pensano anche tanti suoi lettori.