Avvenire, 7 novembre 2018
La piaga africana delle banconote false
LOMÉ (TOGO) Sono dappertutto, ma nessuno sa in che quantità. In Africa le banconote false, locali o straniere, vengono prodotte e commercializzate. Le usano uomini d’affari, funzionari governativi, e i ceti più bassi della popolazione. Rappresentano infatti una piaga che le autorità locali faticano a eliminare. All’inizio di ottobre, per esempio, due ciadiani e un keniano sono stati arrestati in un appartamento della capitale, Nairobi. Erano in possesso di quasi 10 milioni di dollari in banconote false, principalmente euro e dollari. «Il keniano Anthony Mwangangi, il ciadiano Abdalla Tamba e suo figlio Abdoulaye, erano residenti nel quartiere di Westlands – recitava un comunicato della polizia –. Ringraziamo il pubblico per aver avvertito le autorità e collaborato alla loro cattura». I tre truffatori portavano però avanti tale business da almeno dieci anni. In Kenya, un Paese dove transita gran parte della merce destinata in tutta l’Africa orientale e verso Asia e Europa, ci sono stati diversi episodi simili in passato. Gli stessi due ciadiani erano già stati arrestati nel 2015 insieme ad altri collaboratori in possesso di 1,5 milioni di dollari in banconote false. I documenti li classificavanoperò come cittadini della Repubblica centrafricana. La cattura era avvenuta dopo che un commerciante aveva denunciato alla polizia che il gruppo era in debito di 4 milioni di dollari e si rifiutava di pagare. Uno dei Paesi africani dove tale fenomeno è più endemico è di certo la Nigeria. Un ex funzionario della Banca centrale nigeriana (Cbn), Obadia Mailafia, ha dichiarato l’anno scorso che addirittura «il 20 per cento dei naira, la banconota nazionale, che circola in Nigeria è falso». Una notizia immediatamente smentita dalla leadership della Cbn. «Al momento – ha replicato l’istituzione finanziaria –, meno dell’1 per cento dei naira è contraffatto». Sono stati però diversi i casi di banconote false registrate nel Paese. La polizia dello Stato federale di Enugu aveva arrestato lo scorso luglio un presunto produttore di soldi contraffatti. «Collins Oputa fabbricava falsi naira – aveva riferito Ebere Amaraizu, portavoce della polizia –. Il criminale ha incolpato il diavolo per averlo spinto ad agire illegalmente». Tre mesi prima, la Commissione contro i crimini finanziari e economici (Efcc) aveva arrestato Samson Otuedon. «Il truffatore ha ammesso di gestire un gruppo di persone in grado di produrre falsi dollari – ha spiegato Wilson Uwujaren, portavoce della Efcc –. Con il denaro contraffatto ha truffato diversi clienti nel centro del Paese». In Ghana, invece, il settore minerario è tra i più colpiti dalle banconote false. Nel giugno del 2017, la polizia ha arrestato alcuni ghanesi e cinesi che, oltre a trafficare risorse minerarie, erano in possesso di 10mila ero in falsi cedi, la moneta ghanese. In questo caso, è stata una banca ad avvertire le autorità. «Volevano che collaborassi facendo circolare dei cedi contraffatti – ha spiegato un banchiere –. In cambio mi avrebbero dato il 60 per cento dei guadagni». Anche il Sudafrica non è stato risparmiato da tale piaga. A gennaio, dopo settimane di investigazioni, la polizia di Johannesburg ha arrestato un individuo con in casa banconote false per un valore di 300mila rand, oltre 20mila dollari. «Abbiamo trovato una stampante, un compressore per la carta e altro materiale per produrre contanti contraffatti – ha dichiarato la polizia –. Senza dubbio l’individuo arrestato fa parte di un’operazione molto più grande».