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 2018  novembre 07 Mercoledì calendario

Quarta Repubblica, talk lungo e con troppa carne al fuoco

Per carità, a casa sua ognuno invita chi vuole, ma perché ospitare due «prezzemolini da talk» (espressione orrenda ma pertinente) come Luca Telese e Mario Giordano? Perché dare voce ad Alessandro Meluzzi, primatista del cambio di casacca, o a Sergio Mariotti, in arte Klaus Davi, ora opinionista, ora curatore d’immagine (ha un’agenzia di pr), ora massmediologo?
«Quarta Repubblica», il programma di approfondimento politico ed economico condotto da Nicola Porro, è l’unico talk di stampo liberale. Il conduttore si trascina da qualche tempo un giudizio affrettato di Carlo Freccero: «Porro ha tutto: è bello, intelligente, mondano, conosce l’economia, ha un’agenda ottima. Ma, a differenza di Telese, non ha fame di successo. Gli manca il carico di tracotanza e determinazione che in tv è indispensabile. Se ci pensate, sfogliando i palinsesti, sono tutti così i conduttori che funzionano».
Parere che a me sembra un grande complimento, specie ora che Porro gioca in casa (Rete4, lunedì, ore 21,15) e non più in trasferta su Rai2. La controprova è la fine di Telese, nonostante la camicia griffata. I problemi di «Quarta Repubblica» sono altri e, in parte riguardano tutti i talk. Se un conduttore invita, com’è giusto, esponenti della compagine governativa va sempre a cozzare sullo stesso scoglio: i leghisti si esprimono in termini di propaganda, i grillini dimostrano sempre tutta la loro inadeguatezza.
Difficile costruire la serata. Del resto, la serata è troppo lunga (esigenze produttive e di audience) e con troppa carne al fuoco: il disastro provocato dalle piogge, l’acqua alta a Venezia, la polemica di Salvini contro gli ambientalisti, l’abusivismo in Sicilia, il condono a Ischia, la manovra del governo, le grandi opere della Torino-Lione, Paolo Hendel, la Meloni (a prescindere), il decreto sicurezza, il ghetto di Castel Volturno e la mafia degli africani… Manca altro?