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 2018  novembre 07 Mercoledì calendario

Droni e satelliti per censire gli alberi abbattuti in Veneto

Rocca Pietore (Belluno) Nelle valli alluvionate e strapazzate dal vento l’energia elettrica è tornata ormai quasi ovunque, sulla rete idrica c’è ancora molto da fare e soprattutto a Rocca Pietore, dove l’acquedotto è stato spazzato via, non sarà né facile né veloce riportare l’acqua potabile nelle case. La viabilità principale tiene, nonostante i danni e i mezzi di soccorso al lavoro per contenere i rischi (smottamenti, massi, alberi) lungo alcune strade.
Ma è evidente a tutti che qui il problema dei problemi è quello degli alberi abbattuti dalla tempesta di fine ottobre. Quanti sono? Come si farà a recuperarli? Cosa fare per frenare il crollo del loro valore? Comuni, Comunità montane, privati, enti vari e Regioni (oltre che in Veneto, il vento ha fatto danni in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) sono tutti d’accordo: è necessario agire in fretta. Di corsa, prima che quegli alberi diventino moltiplicatori di parassiti che potrebbero attaccare le piante sane oppure, con la prossima stagione calda, alimento fin troppo facile per incendi devastanti.
Passo numero uno: il conteggio esatto delle piante cadute sul quale finora le ipotesi degli esperti sono state le più disparate (dal milione e duecentomila ai 14 milioni). Per censire con precisione quelle abbattute sui suoi monti il Veneto ha deciso di mettere in campo droni e satelliti. Lo ha annunciato ieri l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan dopo una riunione con i sindaci dell’Unione montana e le varie istituzioni coinvolte nella gestione dei boschi rasi al suolo.
L’Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) «farà una fotografia dettagliata del territorio regionale pre e post evento», ha detto, ipotizzando circa due settimane per completare la scansione. Dopodiché toccherà affrontare i compiti più difficili: le operazioni per sgombrare i boschi dalla legna («priorità assoluta» valuta Pan) e la riforestazione.
Il fatto è che piazzare improvvisamente sul mercato una quantità di legna così enorme rischia di far crollare i prezzi e aprire la strada a «possibili speculazioni estere», per dirla con il presidente regionale di Confartigianato, Agostino Bonomo (non a caso l’elicottero di una grande segheria austriaca ieri è stato visto sorvolare boschi distrutti in Alto Adige). Una soluzione per aggirare tutto questo, regolare il mercato ed evitare effetti distorti – hanno pensato sul fronte veneto – potrebbe essere affidare la commercializzazione del legname recuperato a un unico gestore come Veneto Agricoltura, ma la decisione non è ancora presa.
Per dare un’idea della massa gigantesca di materiale di cui si sta parlando sono utili le parole di Josef Schmiedhofer, direttore del demanio della provincia di Bolzano, che ha provato a fare due conti per il suo territorio: il vento, dicono gli esperti forestali dalle sue parti, ha abbattuto un milione e mezzo di metri cubi di legno, cioè, aggiunge lui, «la stessa quantità che viene tagliata in 3-4 anni».
E mentre le Regioni contano i danni del vento e della pioggia di fine ottobre, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale pubblica una sintesi dell’anno 2018 sul dissesto idrogeologico in Italia.
Nel Veneto, dice il rapporto, è a rischio alluvione un edificio su dieci. Da segnalare, infine, che nelle stesse valli dove arriva la solidarietà di tutto il Paese – tra le iniziative anche la raccolta fondi lanciata dal Tg La7 per i boschi devastati del Nordest – «ci sono imbecilli che rubano gasolio dai generatori di corrente installati per l’emergenza», rivela l’assessore veneto alla Protezione civile Gianpaolo Bottaccin.