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 2018  novembre 06 Martedì calendario

In Cina non è più vietato l’utilizzo medico di corna di rinoceronte e ossa di tigre

L’utilizzo di corna di rinoceronte e ossa di tigre nella medicina tradizionale cinese ha dato un enorme contributo alla distruzione delle due specie, portate dal bracconaggio sull’orlo dell’estinzione. La forte presenza di aziende del Dragone in Africa e in Asia aiuta a nascondere le loro parti più ambite nei cargo, che vengono poi dirottati verso porti franchi nel Sud-Est asiatico dove i trafficanti o i clienti cinesi possono acquistarle. E la situazione appare destinata a peggiorare, ora che la Cina ha eliminato, dopo 25 anni, il divieto dell’utilizzo di corna di rinoceronte e ossa di tigre per “ricerca medica” o “medicina tradizionale”. Sulla carta, potranno essere usati solo i corpi di animali allevati in fattoria ma le associazioni ambientaliste temono che la nuova legge non farà che incentivare la già intensa caccia illegale, aggravando il già forte pericolo di totale scomparsa di tigri e rinoceronti in natura.
A stupire è che la mossa di Pechino è in netto contrasto con le recenti iniziative del Paese per combattere il ’poaching’ (l’uccisione di pachidermi al solo scopo di estrarre corna e zanne, per poi lasciare il resto del corpo a marcire), tra le quali la rimozione di ossa di tigra e corna di rinoceronte dalla lista dei prodotti approvati dalla Federazione Mondiale delle Società di Medicina Cinese. Lo scorso anno, inoltre, aveva suscitato notevoli speranze l’annuncio che il mercato di avorio sarebbe stato chiuso entro la fine del 2017, per quanto la tratta illegale sembri restare particolarmente attiva, se si considera che la più grave strage di elefanti mai registrata in africa risale a due mesi fa.

Le reazioni degli ambientalistiLa mossa è stata definita “molto preoccupante” da Leigh Henry del Wwf, il quale ha spiegato che distinguere le parti animali provenienti dalle fattorie da quelle ottenute tramite il bracconaggio sarà estremamente difficile, il che darà ai trafficanti un largo spazio di manovra. “La reputazione della Cina come leader nella conservazione, seguita allo stop alla vendita di avorio, è finita a pezzi”, dichiara al National Geographic Debbie Banks, responsabile della campagna per la salvaguardia della tigre presso la Environmental Investigation Agency, associazione no profit con sede a Londra. “Le notizie di oggi sono una sconvolgente dimostrazione di sfacciata indifferenza di fronte alle opinioni del mondo”, ha aggiunto Banks, “sono notizie che mettono seriamente in pericolo la sopravvivenza futura delle tigri selvatiche stimolando la domanda per le parti del loro corpo invece che di stroncarla”. 
Non sono chiare le ragioni di questa decisione. È in ogni caso vero che il crescente numero di tigri di allevamento (che in Cina sarebbero nell’ordine delle migliaia) possa aver spinto Pechino a decidere di regolare il mercato, laddove gli sforzi per allevare rinoceronti in cattività sarebbero ancora agli inizi. Il corno di rinoceronte polverizzato è ritenuto una panacea per una lunga serie di mali, dai tumori alla gotta. In realtà è fatto di cheratina, la stessa proteina che compone le nostre unghie e i nostri capelli. Le ossa di tigre invece vengono frantumate e usate per produrre pomate considerate utili per guarire i reumatismi e il mal di schiena. Appare superfluo sottolineare come tali utilizzi tradizionali siano totalmente privi di basi scientifiche.