Libero, 6 novembre 2018
Le Pen supera Macron
Nemmeno il tempo di godersi le vacanze in Normandia e ritrovare le energie dei primi mesi del quinquennio ed ecco che la dura realtà della politica parigina torna già a bussare alla porta. Secondo un sondaggio pubblicato domenica dall’istituto Ifop, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e la sua République en marche (Lrem)arriverebbero soltanto secondi con il 19% di gradimento se le elezioni europee si svolgessero in questi giorni, dietro a Marine Le Pen e al suo Rassemblement national (Rn), al primo posto col 21%. Un mese fa le posizioni erano invertite, oggi, invece, è la leader della destra identitaria francese a guidare la classifica in termini di preferenze, e per Macron, già alle prese con diverse grane in politica interna, è una pessima notizia. La prima osservazione da fare è che il suo discorso televisivo di due settimane fa non ha avuto alcun effetto positivo. La seconda è che lo spot del governo per le europee, con il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini e il primo ministro ungherese Viktor Orbán dipinti come populisti di cui aver paura, ha aggravato la situazione. Ma va detto anche che la Le Pen, in questi mesi, non ha sbagliato una mossa che sia una a livello elettorale. La migliore è stata la scelta di venire a Roma da Salvini, locomotiva del fronte sovranista europeo, per beneficiare di un po’ di luce riflessa e dimenticare l’annus horribilis post presidenziali, minato dalla partenza del braccio destro Florian Philippot e dall’addio della nipotina Marion Maréchal. Ora Marine si gode il sorpasso e una percentuale di popolarità che vale tre volte quella del Partito socialista, fermo al 7,5% secondo il sondaggio Ifop. Mancano ancora sette mesi allo scrutinio che rinnoverà il Parlamento europeo, ma la galassia sovranista europea può già sorridere. Mentre Macron si lecca le ferite, a Bruxelles fervono le manovre in vista delle elezioni: ieri il Partito Socialista Europeo ha annunciato che l’olandese Frans Timmermans sarà il suo capolista per diventare presidente della Commissione. La decisione segue la rinuncia da parte dello slovacco Maros Sefcovic a contendergli la posizione. Il PPE invece è ancora spaccato fra Manfred Weber e l’outsider Alexander Stubb.