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 2018  novembre 06 Martedì calendario

Scacchi, Caruana alla sfida dei geni under 30

LONDRA È un momento per il quale si prepara da quando, a 5 anni, venne messo di fronte a una scacchiera. L’obiettivo era quello di aiutarlo a concentrarsi, ma lì, tra i banchi del doposcuola di un istituto elementare di Park Slope, a Brooklyn, emerse un talento straordinario. Fabiano Caruana, oggi 26enne, è il numero due al mondo. Questo mese potrebbe salire al primo posto battendo il norvegese Magnus Carlsen nel Mondiale di scacchi in programma da venerdì a Londra.
Se la bandiera accanto al suo nome è quella a stelle e strisce, Caruana è anche italiano. Nato a Miami, in Florida, da mamma Santina, di Potenza, e papà Lou, italoamericano, per nove anni, dal 2005 al 2014, ha studiato in e gareggiato per l’Italia. È tornato negli Stati Uniti quando il celebre St Louis Chess Club, creato dal miliardario Rex Sinquefield per potenziare la squadra statunitense e permetterle di superare russi e asiatici, lo ha attirato con un pacchetto economico di tutto rispetto e una serie di opportunità «irrinunciabili». Nel 2016 ha vinto l’oro a squadre nelle olimpiadi degli scacchi e il bronzo individuale. A Berlino, superando il russo Sergey Karjakin e Shakhriyar Mamedyarov, dell’Azerbaigian, si è imposto nel torneo dei Candidati qualificandosi, così, per il duello finale con Carlsen. Più che un incontro, il World Championship è una vera e propria maratona: 12 partite ed eventuali spareggi contro lo stesso avversario di fronte a un pubblico che con la scorsa edizione, due anni fa a New York, ha raggiunto un nuovo record: 1,5 miliardi di contatti. È una prova di concentrazione, resistenza e sangue freddo, oltre che di bravura.
Per gli esperti, si tratta di uno scontro epocale. Carlsen, che ha appena un anno più di Caruana, è considerato la rockstar degli scacchi: un prodigio dallo stile istintivo, testimonial di diverse campagne pubblicitarie, è anche l’autore di una app che è diventata un «must» per gli appassionati (permette di sfidarlo a vari livelli, si può giocare contro il Magnus bambino così come contro il campione del mondo; il computer ha imparato tutte le sue partite). Caruana, d’altro canto, è considerato l’erede del leggendario Bobby Fischer: è il primo americano, dopo di lui, ad arrivare ai Mondiali.
È sopratutto la personalità che esprimono attraverso la scacchiera a rendere quello di Londra un appuntamento che gli appassionati non vorranno perdersi. In un mondo dominato dallo studio assiduo delle mosse dell’avversario, Caruana e Carlsen rappresentano un’alternativa: geniali, imprevedibili, fuori dagli schemi. «Le loro saranno partite interessantissime», sottolinea Judit Polgar, regina degli scacchi che nell’arco della carriera ha battuto undici campioni mondiali, da Kasparov allo stesso Carlsen. Sarà lei a commentare ufficialmente gli incontri.
Difficile pronosticare il vincitore. I numeri sono a favore di Carlsen – finora 9 vittorie contro 5 contro Caruana – ma di recente il norvegese non ha sfoderato la forma migliore. Potrebbe essere il momento di Fabiano? Parte svantaggiato, ma non ha nulla da perdere. Psicologicamente questo può essere un vantaggio. Certo è che Caruana non sta lasciando nulla al caso. Da mesi migliora la resistenza fisica correndo con un preparatore atletico. È capace di disputare anche 50 partite al giorno. Settanta ore a settimana di fronte alla scacchiera sono di routine. E quest’anno, ha raccontato al New York Times, ha fatto un passo aggiuntivo: nessun legame sentimentale. «Meglio evitare ogni rischio». Con il cuore a pezzi si gioca male.