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 2018  novembre 06 Martedì calendario

De André raccontato dal fotografo Harari

Un estratto dal libro “Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari” che esce oggi per Rizzoli (256 pagine, 45 euro)

Fabrizio aveva proibito che si filmassero i concerti, ma non limitò mai il mio accesso al palco e al backstage. Erano tempi non facili per lui: navigava a vista, perso nelle nebbie dell’alcol, sostenuto dal nucleo indistruttibile e leale della PFM nella marea montante dell’incongruenza, in anni puntuti, infiammati dalla lotta armata (era recente l’assassinio di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate rosse), da strumentalizzazioni e contestazioni senza fine che avrebbero funestato quasi tutte le date dell’imminente tournée.Fabrizio si lasciava scrutare, forse perché non gliene fregava nulla d’essere fotografato, forse per malcelata vanità. Ogni tanto qualche asperità con PFM consigliava di riporre le Nikon, poi cominciava un piccolo gioco di sparizioni e avvistamenti, come quando, vagando per i camerini del palasport di Bologna, me lo ritrovai sdraiato contro un termosifone, che dormiva. Nacque così una delle immagini a cui tutt’e due siamo rimasti più legati, e che lui volle commentare parafrasando il testo del Pescatore: «Col culo esposto a un radiatore s’era assopito il cantautore». Chi l’aveva mai visto così vulnerabile? Fabrizio, buttato per terra in un angolo al pari dei personaggi di certe sue canzoni. Quando gli mostrai la foto, mi ringraziò e quella fiducia divenne la cifra del nostro rapporto (…). 
Com’era prevedibile, il tour riscosse un successo straordinario, creando un’attesa incredibile per il disco dal vivo. Data l’importanza della tournée, con Franz si era immaginato una copertina apribile ad album, completa di un booklet interno che sviluppasse il reportage in B/N del backstage, al quale avevamo abbinato ritagli di giornale con recensioni contrastanti. [La casa discografica] scartò all’istante la nostra costosa ipotesi creativa. Ma non aveva fatto i conti con Fabrizio (…). Approfittai della situazione favorevole per curare ogni aspetto della copertina, grafica inclusa. Il disco fece storia, ma il futuro aveva in serbo altro per Fabrizio: la nostra collaborazione avrebbe dovuto attendere dieci anni per spiccare di nuovo il volo.