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 2018  novembre 06 Martedì calendario

Isoardi e Salvini si sono lasciati. L’uomo che ha sequestrato quattro donne. Le ossa della Nunziatura sono in buono stato

Amori
Elisa Isoardi ha annunciato su Instagram, con un selfie che la ritrae a letto con il leader della Lega, la fine della storia d’amore con Matteo Salvini. «Non è quello che ci siamo dati a mancarmi ma quello che avremmo dovuto darci ancora. Gio Evan. Con immenso rispetto dell’amore vero che c’è stato. Grazie Matteo». Salvini ha risposto: «Impegnativa giornata di lavoro in Africa sul fronte immigrazione e sicurezza, ma il telefono dall’Italia mi squilla per altro... Per educazione, carattere e rispetto non ho mai buttato in piazza la mia vita privata, non comincerò a farlo adesso, agli Italiani non interessa. Ho amato, ho perdonato, sicuramente avrò anche commesso degli errori ma ci ho creduto fino in fondo. Peccato, qualcuno aveva altre priorità. Buona vita. Vi voglio bene Amici».

Il Gio Evan citato da Elisa Isoardi è Giovanni Giancaspro, classe ’88, scrittore, poeta e artista di strada molto seguito sui social (oltre 400.000 follower su Instagram e 200.000 su Facebook).

Per mostrare quanto sono cambiati i tempi, il Giornale ha pubblicato la foto di Aldo Moro in spiaggia con giacca e cravatta.



A domanda, Myrta Merlino ha risposto che forse sposerà Tardelli. «Non lo escludiamo. Magari a Las Vegas» [Scarpa, Mess].

L’uomo che ha tenuto in ostaggio quattro donne per sette ore
Francesco Amato, 55 anni, di Rosarno (Reggio Calabria), poco prima delle 10 di mattina è entrato nell’ufficio postale di Pieve Modolena (Reggio Emilia) impugnando un coltellaccio da cucina con una lama di 35 centimetri. Ha urlato: «Sono quello condannato a 19 anni in Aemilia, vi ammazzo tutti». Dopo aver fatto uscire i sette clienti presenti, ha preso in ostaggio la direttrice e quattro dipendenti (tutte donne). All’ora di pranzo la cassiera Annalisa Coluzzo si è sentita male ed è stata liberata: appena uscita, è svenuta ed è stata soccorsa. Quindi Amato ha chiesto di parlare prima con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e poi con quello dell’Interno Matteo Salvini. Dopo oltre sette ore di trattative con i carabinieri, alle 16.43 si è arreso. Illese le quattro donne tenute in ostaggio.
Lo scorso 31 ottobre Amato è stato condannato a 19 anni e un mese di galera nel maxi processo Aemilia. L’accusa: essere uno degli organizzatori della ’ndrangheta. Da allora si era reso latitante. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, assieme al fratello Alfredo, Francesco Amato era «costantemente in contatto con gli altri associati (della famiglia Grande Aracri, ndr) in particolare per la commissione, su richiesta, di danneggiamenti o minacce a fini estorsiv». Il primo grado del processo Aemilia si è concluso con 118 condanne per oltre 1.200 anni di carcere. Tra i condannati anche l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta (due anni per reati di armi, ma senza aggravante mafiosa) e il padre Giuseppe.

Caso Orlandi, le ossa non sono troppo rovinate
Sono iniziate ieri pomeriggio le analisi sulle ossa ritrovate nella Nunziatura Vaticana di via Po, a Roma. Il perito nominato dal Vaticano, Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata, ha fatto sapere che «i reperti a un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido». Sui tempi per le analisi non ci sono certezze: «Ora dobbiamo pulire, catalogare e ricomporre le ossa, poi si vedrà se è possibile estrarne il Dna. In questo caso serviranno 7-10 giorni». Intanto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha incontrato i pm che conducono le indagini: «Voglio capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella».