Il Messaggero, 5 novembre 2018
Myrta e Tardelli forse si sposano
Va dritta come un treno, Myrta Merlino. Il primo novembre il suo talk su La7 L’aria che tira ha raggiunto il 6,61 di ascolti con un picco del 7,49. E non si fermerà. Napoletana, tre figli, 49 anni, nella Capitale da ventitré, da sette al lavoro per Urbano Cairo, da poco più di due è legata a Marco Tardelli, 64.
A proposito, gira la voce che sia molto geloso: conferma?
«Solo un po’».
Si dice un bel po’.
«Chiacchiere. È possessivo, sì, ma anche tenero e tranquillo».
Se a Di Maio lei ha tolto la cravatta con lui com’è andata?
«Non c’è stato bisogno. Non è impettito come il nostro vicepremier, non ha paura dei sentimenti e sa manifestarli».
È vero che due anni fa stava traslocando a Canale 5?
«Mi offrirono due appuntamenti quotidiani, mattina e sera, molto interessanti. Quando lo raccontai a Cairo non la prese sportivamente... Ci rimasi malissimo. A me piace stare in pace con tutti: così ci parlammo e tutto si mise a posto. Sono felice di essere rimasta a La7. Ho un contratto fino al 2022».
Cairo l’ha riempita di soldi?
«Guadagno bene, anche perché lavoro tantissimo, e non mi lamento. Anche se il mio è un programma con il budget ridotto all’osso. Godo di una liberta assoluta, però, Cairo non mi ha mai telefonato per dirmi di fare questo o quello. Mai. Lo scriva perché ci tengo. E poi a La7 c’è meritocrazia».
Come in Rai.
«Lì c’è gente bravissima, ma la politica conta troppo e non si premia sempre il merito. Penso a Giovanni Minoli, il più bravo, a come lo omaggiavano quando stava su e come lo trattavano quando stava giù. Penoso».
Quindi con Viale Mazzini ha chiuso per sempre?
«Sto bene a La7 che – in termini di contenuti – fa servizio pubblico tanto quanto. Potrei tornare in Rai solo se non ci fossero i casini con la politica, i mille paletti... Insomma se mi si garantissero la stessa libertà di oggi. Non so se accadrà mai».
E una prima serata?
«Ne ho appena parlato con il direttore di La7, Andrea Salerno. Vedremo. Non voglio mollare la mattina, però. Mi piace troppo».
Come replica a chi le dice che è la Barbara D’Urso di La7?
«Che devo dire? Ho studiato, viaggiato, ma non mi sento sminuita se racconto chi sta male e mi commuovo per loro».
In giro per strada fermano più lei o Tardelli?
«Non c’è storia: Marco. Lui per tanta gente è un vero mito».
È vero che lei al lavoro è insopportabile?
«Abbastanza. Urlo, strepito, rompo i coglioni. Sono ossessionata dal perfezionismo. Ma so chiedere scusa».
E Dominique Strauss Khan, che nel 2001, a Davos, la molestò, le ha mai chiesto scusa?
«No».
Come andò?
«All’epoca lavoravo con Alan Friedman e Strauss-Khan era il potente ministro dell’Economia francese. Riuscii ad avere un’intervista, che lui fissò nella sua suite. In quel contesto non era strano perché per stare più tranquilli si faceva spesso così. Solo che lui mi accolse in vestaglia, mi chiese di lasciare fuori la troupe per parlare prima da soli, e poi stappò una bottiglia di champagne. Dopo i complimenti per il mio francese, provò a baciarmi».
E lei?
«Un ceffone e via».
E lui?
«Zitto. Cosa che fa di lui un lumacone, un porco, ma non uno stupratore o un violento. Non mi ha sfiorato. Con me poi dove andava? Mi arriva qui...».
E l’intervista?
«Niente intervista».
E Friedman che disse?
«Come niente intervista? Tesoro, giornalista deve tornare sempre con osso in bocca...».
La sua risposta?
«E allora falla tu».
Si è rifatta qualcosa?
«Mai. Sto attenta a tutto, ma il mito della giovinezza eterna non ce l’ho. Spero di reggere ancora un po’».
In tv quanto reggerà ancora?
«Non lo so. Mi piacerebbe fare una vita più tranquilla».
Facendo altri programmi?
«Non credo. Non mi ci vedo proprio a Ballando con le stelle».
E con una fiction?
«Nooo... al massimo potrei recitare me stessa».
Il suo punto debole qual è?
«Dopo le separazioni, le disgrazie e la morte di mia madre, pensavo di essermi inaridita. E invece no: la storia con Marco è una gioiosa e quotidiana sorpresa».
Vi sposate?
«Vero. Forse. Diciamo che non ci pensiamo, ma non lo escludiamo. Magari a Las Vegas».