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 2018  novembre 05 Lunedì calendario

Quanto costa mandare i figli all’università

Mandare i figli all’università può costare una fortuna. Eppure per molte famiglie rimane un traguardo ambito e irrinunciabile. Con molti sacrifici e tanta tenacia, riescono a mettere insieme i mezzi per arrivare alla laurea. I conti delle cifre da sborsare li ha fatti Moneyfarm, società internazionale di gestione del risparmio. Ha analizzato tasse universitarie, libri, vitto e alloggio dei più prestigiosi atenei del nostro Paese. Il risultato? Il costo da sostenere per un triennio (laurea di primo grado) varia dai 34 ai 45 mila euro a seconda della fascia di reddito e dell’ateneo.
L’esborso aumenta se si sceglie la soluzione privata e sale alle stelle si sceglie l’estero e il top delle lauree: studiare a Harvard comporta un investimento vicino ai 250.000 mila euro (per un triennio-quadriennio).
Tornando all’Italia, il costo totale annuo (quindi tasse, vitto e alloggio) per studiare alla Bocconi di Milano va dai 17.700 euro ai 23.700 euro (in base all’Isee). L’intero triennio/quadriennio costa dai 53.300 euro ai 71.300 euro. A Roma, la Sapienza ha un costo complessivo annuo che va dagli 11.900 euro ai 13.700 euro. Per l’intero triennio/quadriennio si arriva a pagare dai 35.700 euro ai 41.300 (sempre in base all’Isee).
In cerca di aiuti finanziari
Si tratta di cifre di rilievo. Nel nostro Paese, in più, non è neanche diffusa l’idea del prestito d’onore. Occorre quindi fare da sé. In questo – nella teoria – un «aiuto» arriverebbe dal mondo degli investimenti. Non basta, secondo gli esperti di Moneyfarm, la piccola somma messa da parte periodicamente per arrivare a un bel gruzzoletto da mettere sui banchi universitari. Bisogna gestire nel tempo questi soldi risparmiati, in modo da riuscire a farli rendere e dunque arrivare alla fine della corsa con una somma moltiplicata. In più c’è l’effetto inflazione da evitare. Occorre a maggior ragione farli fruttare attraverso un investimento.
La ricerca di Moneyfarm mostra che almeno in Italia la maggior parte delle famiglie si può permettere questa spesa, mettendo in atto la dovuta pianificazione sin dalla tenera età dei figli.
Come? «Con un orizzonte temporale tra i 15 e i 20 anni e un rendimento medio stimato del 5% l’anno, accantonando e incrementando il proprio investimento si può ottenere un rendimento nominale intorno al 120% – spiega Federico Ridella, portfolio manager di Moneyfarm -. Questo permetterebbe di più che dimezzare lo sforzo economico e rendere possibile, a fronte di un investimento iniziale di poche migliaia di euro unito a un contributo continuativo mensile minimo, l’accumulo di un capitale sufficiente ad affrontare la spesa universitaria senza sacrifici eccessivi, anche laddove si scegliessero le soluzioni più costose».
Quali sono le cifre di partenza? Secondo l’esperto, per arrivare all’obiettivo «basterebbero» dai 5mila ai 10mila euro iniziali, insieme al giusto investimento e a periodiche aggiunte di piccoli risparmi. «Prima si inizia questo percorso e meglio è – dice Ridella -. Quindi il suggerimento è quello di cominciare con il capitale che si ha a disposizione e sommare nel tempo, anche in modo sporadico, nuovi risparmi».
Si tratta di una lunga maratona e lungo il percorso c’è sempre il rischio di incappare in qualche brutta burrasca di Borsa. La paura è quella di azzerare tutti i guadagni, se non anche parte del capitale. La soluzione secondo l’esperto sta in una tripla diversificazione, vale a dire per tipo di asset, geografia e valuta. Senza dimenticare di guardare alle commissioni. Se troppo alte, possono mangiarsi parte del rendimento. E alla fine vanificano gran parte del lavoro fatto.