La Lettura, 4 novembre 2018
Le spugne di 660 milioni di anni fa
Si apre un nuovo filone di ricerca degli organismi più antichi. Non si va più alla caccia dei fossili, ma delle molecole organiche (biomarker) che sono rintracciabili nei sedimenti grazie a strumenti sempre più sofisticati, in grado di svelare tracce in concentrazioni infinitesimali.
Il gruppo guidato da Gordon Love, dell’Università della California Riverside, ha spostato indietro di almeno 100 milioni di anni l’esistenza delle spugne, che sono tra i phylum animali pluricellulari più antichi. Le prime testimonianze fossili delle spugne risalgono a circa 550 milioni di anni fa, poco prima dell’inizio del Cambriano. Anche nel periodo geologico precedente (Ediacarano) esistevano animali pluricellulari di cui sono arrivate poche e frammentarie tracce fino a noi, perché la maggior parte di quegli antichi organismi non aveva conchiglie o altre parti dure che potevano fossilizzarsi. La fauna di Ediacara è scomparsa quasi totalmente prima dell’inizio del Cambriano, per essere sostituita da altri organismi pluricellulari dai quali derivano tutti quelli viventi oggi, noi compresi. La fauna di Ediacara fu «un esperimento della natura che si infilò in un vicolo cieco». Ora la scoperta del team di Love cambia le carte in tavola.
Analizzando sedimenti di 635-660 milioni di anni fa in Oman, Siberia e India sono state rinvenute tracce dello sterano 26-mes, composto organico precursore di uno steroide, che ha una struttura unica e viene sintetizzato solo da una classe moderna di spugne (demospongiae). Il rinvenimento prova che una classe vivente di spugne era presente nell’Ediacarano. Lo studio è uscito sulla rivista «Nature Ecology and Evolution».