Corriere della Sera, 4 novembre 2018
Giulietto Chiesa si difende: «Decodifico, non manipolo»
Se una cosa del genere l’avessi fatta quando eri a «L’Unità» o a «La Stampa», dove hai lavorato a lungo, ti avrebbero licenziato.
«Ascoltami bene: nel 1998, dopo essere stato a Mosca otto anni per L’Unità, fui premiato come migliore corrispondente italiano. Quanto a La Stampa: vi rimasi finché un certo signore, di cui non ti faccio il nome, cercò di farmi scrivere quello che voleva lui. A quel punto, salutai e me ne andai direttamente in pensione. Sono un uomo libero, io».
(Riassunto delle ultime ore: Giulietto Chiesa, 78 anni, è accusato di aver manipolato e pubblicato sulla sua Pandora Tv un’intervista rilasciata da Jeroen Dijsselbloem a Cnbc, in cui le parole dell’ex presidente dell’Eurogruppo sono stravolte fino ad attribuirgli minacce all’Italia e suggerimenti su come metterla in ginocchio economicamente. L’operazione di taroccamento è stata scoperta dal sito Butac, specializzato in bufale).
«Ti proibisco di usare simili toni. Noi ci siamo limitati ad interpretare».
Tu sei un giornalista: dovresti attenerti ai fatti.
«Molti economisti usano le metafore per aiutare i lettori ad interpretare quello che dicono».
Avete manipolato un’intervista. Punto.
«L’abbiamo decodificata. È diverso».
Ora comunque sei al centro di brutti sospetti.
«Tipo?».
Il tuo comunismo sovranista sarebbe intrecciato al putinismo leghista e al populismo dei 5 stelle.
«Sciocchezze».
Il tuo video tarocco è stato pubblicato con entusiasmo dal profilo Facebook dei 5 Stelle Europa.
«Apprezzano l’informazione non omologata».
Cos’è, di preciso, questa tua Pandora Tv?
«È una emittente web che non segue i criteri di narrazione dell’informazione di potere. L’abbiamo fondata nel 2014, ma ora la srl di riferimento è in liquidazione».
Posso chiederti chi ci ha messo i soldi?
«Io ci ho messo 250 mila euro, buona parte dei miei risparmi. E altrettanti euro sono arrivati da donazioni varie».
Donazioni varie: sei un po’ vago.
«Sostenitori, ammiratori, amici».
Sei molto amico di Marcello Foa, il presidente della Rai.
«Sì, è vero. Abbiamo collaborato più volte. Ci stimiamo. Abbiamo lo stesso modo di intendere il giornalismo».
(Nel dicembre di quattro anni fa, Foa fu invitato come ospite d’onore ad un convegno organizzato da Pandora Tv, dal titolo: Global Warning. Sul sito web c’è un lungo filmato, con Foa che dice: «Fino a qualche tempo fa, sarebbe stato impensabile che io e Chiesa, uno di destra e uno di sinistra, potessimo andare d’accordo». Così d’accordo che, poche settimane fa, in occasione della prestigiosa nomina di Foa alla guida di viale Mazzini, Chiesa lo saluta in un affettuoso editoriale: «Vai nella fossa dei leoni e dei serpenti. È il luogo degli inganni e delle manipolazioni. Sarà un’impresa difficile bonificare quell’ambiente, caro Marcello»).
«Bonificare»: è un verbo terribile.
«Scusa: cos’altro dovrebbe fare, il mio amico? In quel luogo infetto sono stati tutti lottizzati, dal primo all’ultimo, per anni».
Ti segnalo che per decidere i nuovi direttori dei tigì, Di Maio e Salvini hanno litigato per giorni.
«No, davvero? Non so niente. Chi sono i nuovi direttori?».
Dai, Giulietto.
«Te lo giuro: non ne so niente. Mi trovo qui a Tver, in Russia, per un convegno sulle religioni. Sai, qui ho ancora un certo seguito».
(Come ha ricordato la storica Anna Zafesova a Rivista Studio, nella festa mobile moscovita degli anni Ottanta, dal salotto di Chiesa e della compagna di sempre Fiammetta Cucurnia, firma di Repubblica, passavano membri del partito e dissidenti, letterati e militari, burocrati e giornalisti. Chiesa – che la Tass, la temuta agenzia d’informazione sovietica, suggerì di espellere, trovando la fiera opposizione di Enrico Berlinguer – divenne addirittura amico personale di Michail Gorbaciov).
Sei stato un grande giornalista: poi cosa ti è successo?
«Non ti seguo».
Sei sempre convinto che l’attentato alle Torri Gemelle...
«Se lo fecero da soli gli americani! Certo. Ormai esistono prove schiaccianti. Ci fosse una giustizia internazionale, tutto il governo Usa dell’epoca, compresi i capi di Cia ed Fbi, dovrebbe finire sotto processo. Solo il povero presidente Bush fu tenuto all’oscuro di tutto».
Poi ti sei candidato alle elezioni insieme ad Antonio Ingroia con un partito che si chiamava La Mossa del Cavallo.
«Ehm... Successivamente, lo trasformammo in Lista del Popolo per la Costituzione. Comunque, sì, non andò benissimo: prendemmo lo 0,02%. Diciamo che fu pura testimonianza comunista».
Che strano: adesso ti piace questo governo.
«È il governo del popolo. Quindi, mi piace».
Ho letto che ti piace anche il premier Giuseppe Conte.
«Sai, quando è venuto qui, pur essendo completamente a digiuno di politica, ha fatto la sua figura. No, dico: ti pare poco incassare la fiducia del Cremlino?».