la Repubblica, 4 novembre 2018
Il coraggio di Federer nel dire no
Sindacare i sindaci no, però in questo periodo s’impongono all’attenzione. La sindaca di Lodi risponde alla lettera dei colleghi, francese e tedesco, che allarmati dalle notizie sulla mensa scolastica meditavano di rompere il gemellaggio delle loro città, Fontainebleau e Costanza, con la sua. La risposta si può riassumere così: «Di quel che vi risulta non è vero niente e comunque fatevi gli affari vostri». Bene, aspettiamo il seguito. Sempre da quelle parti (Codogno) il sindaco nega patrocinio e spazi alla mostra interattiva “Sconfinati” che fa vivere al pubblico l’odissea sui barconi. È una specie di gioco di ruolo, basato su storie vere, che non si ferma al momento dello sbarco (se sbarco c’è) ma prosegue con le difficoltà che s’incontrano in Italia e in Europa. Il rischio, deve aver pensato il leghista Francesco Passerini, è che da qualche parte salti fuori una scheggia di umanità. Si aggiunga che la mostra è organizzata dalla Caritas (pericolosi sovversivi, o no?) e che da due anni gira l’Italia senza che nessun sindaco, anche leghista, ci abbia trovato niente da ridire o da respingere. Il Passerini non gradisce «l’errata esaltazione di una situazione di disagio» che “Sconfinati” proporrebbe. E qui casca l’asino. È un modo di dire, Passerini, nessun riferimento alle persone. Definire «situazione di disagio» tutto quello che vivono i migranti è un po’ riduttivo: meno 5. Okay, per un suo sodale attualmente uomo di molto potere, sarebbe una pacchia. Strano che alla Lotteria Italia non si affianchi una Lotteria Italia bis: centomila biglietti e in dieci di loro la sorpresa, un permesso di soggiorno.
La piccola insufficienza è dovuta a quella parola, disagio. Secondo me, disagio è un foruncolo sul naso, un intero vagone del treno che parla al telefono, l’elastico delle mutande che si rompe durante una maratona. Sono importanti, le parole. Venerdì sulla Stampa si poteva leggere una cronaca di quel che accade ai migranti che passano il confine via terra, a Trieste. Sono prelevati e, su furgone, trasportati in Slovenia dove un altro furgone li trasporta in Croazia e qui, stando alle testimonianze raccolte dal collega Zancan, vige l’usanza di fracassare tutti i telefonini e di dare un po’ di bastonate. Poi su un altro furgone li trasportano in Croazia e li mollano in Bosnia, cioè fuori dall’Europa. Spesso li mollano in una foresta, così imparano l’orienteering. Tutto questo in lingua italiana si chiama riammissione, e francamente è fuorviante. Chi non chiede asilo politico o non ha il diritto di chiederlo viene riammesso. Cioè respinto. Questore di Trieste e polizia smentiscono tutto, Gianfranco Schiavone, presidente di Ics, organizzazione che si occupa di accoglienza, conferma tutto. Anche qui, aspettiamo il seguito. Altro sindaco: Novara. Già popolare nel marzo ’17 per un bestemmione in diretta durante una seduta dal consiglio comunale, Alessandro Canelli ha partorito un regolamento di polizia urbana in 60 punti, molti oltre il grottesco, su cui già si sono espressi molti quotidiani, da Repubblica al Giornale. Solo due punti vorrei fossero più chiari: essendo vietata la vendita di liquidi in bottiglie di vetro, cosa rischio comprando una bottiglia di Sizzano o anche di Fiuggi? Il secondo punto è suggestivo: il daspo extrasportivo.Per chi non rispetta le norme 48 ore di allontanamento da Novara. Dove? Come?
Allontanamento senza interrogativi per Usain Bolt, della cui passione per il calcio ci eravamo già occupati. Era in prova in Australia, squadra del nuovo Galles del Sud: Central Coast Mariners. I dirigenti gli hanno proposto un contratto da 150mila dollari australiani (circa 95mila euro). Lui ha rilanciato: non meno di tre milioni. Arrivederci e grazie, però un campione come Bolt una vicenda così poteva gestirla meglio: 4.
Sempre in tema economico, nell’inchiesta pubblicata dall’Espresso sugli aiutoni dell’Uefa (Platini e Infantino) a Psg e City sul fair play dei bilanci nessuna delle squadre fornisce una risposta. E già questo silenzio è indicativo. Aiutare i più ricchi non è una novità. Mancini da allenatore del City aveva un conto alle Mauritius e lì i qatarioti facevavo i versamenti? Un conto offshore, suvvia, possiamo permettercelo tutti, non è il caso di criticare Mancini, poverino. Non è una colpa essere ricchi, tant’è che il Qatar, Paese di non grande tradizione o cultura specifica, ospiterà i Mondiali di calcio. I poveri hanno dovuto importarli dal Nepal, dal Bangladesh, ogni tanto qualcuno di loro ha il cattivo gusto di morire sul posto di lavoro, negli stadi in costruzione, ma tutto s’aggiusta. I petrodollari hanno un profumo più seducente di Chanel numero 5, ma qualcuno riesce a resistere. I più bravi tennisti erano stati contattati per un’esibizione a Gedda, il 22 dicembre. Dopo il coinvolgimento dell’Arabia Saudita nell’omicidio Kashoggi, Federer ha rifiutato senza fare proclami. «Non voglio giocare, posso fare altre cose». Tipo ricevere un 9 da me e non un milione di dollari a Gedda. Nadal e Djokovic non hanno ancora deciso.