Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2018
Gli scacchi al cinema
L’immagine più suggestiva resta forse quella del protagonista de Il settimo sigillo, film del 1957 di Ingmar Bergman: il nobile cavaliere Antonius Block, interpretato da un giovanissimo Max von Sydow, è impegnato in una partita con la morte per avere salva la vita. Ma le sfide a scacchi hanno affascinato molti registi e sceneggiatori, non tanto per raccontare le storie di giocatori realmente esistiti, bensì per caratterizzare personaggi o sottolineare elementi fondamentali dello spirito di un film. È il caso di Blade Runner, capolavoro del 1982 di Ridley Scott: la partita disputata (a distanza) tra il perfido dottor Tyrell e lo scienziato buono J.F. Sebastian riproduce quella realmente giocata nel 1851 a Londra fra Adolf Anderssen e Lionel Kieseritzky, definita poi “l’immortale”.
A scacchi si gioca anche in numerosi film della saga di Star Trek e in quelli di Harry Potter o di James Bond. Ma l’immagine più bella (e romantica) è quella scattata nel 1955 a Lauren Bacall e Humphrey Bogart, partner sullo schermo e poi nella vita. Amavano entrambi gli scacchi (e per l’epoca una donna che sfidava un uomo in questo gioco era come se sfidasse il mondo) e si divertivano, anche privatamente, a darsi scacco matto a vicenda.