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 2018  novembre 04 Domenica calendario

Un milione di ragazzi si ubriaca

Ha ventuno anni la ragazza che lo scorso 6 ottobre ha investito due pedoni in provincia di Monza e Brianza, risultata alla guida sotto effetto di alcol. Lo stesso alcol che rappresenta la prima causa di morte tra i giovani. In Italia, infatti, sono 1 milione e 500mila i ragazzi, tra gli 11 e i 24 anni, a rischio alcolismo, di cui il 17% non ha neppure compiuto 14 anni. A dare l’allarme è l’Iss, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. «I ragazzi non solo bevono, ma bevono per ubriacarsi – spiega il direttore Emanuele Scafato -. È un trend nazionale che ha cominciato a risalire, quindi bisogna intervenire presto per scongiurare coma etilici e intossicazioni». E continua: «L’alcol, considerato socialmente anche più pericoloso delle droghe, è in grado di compromettere lo sviluppo cerebrale fino ai 25 anni». In particolare, tra gli 11 ed i 18 anni sono a rischio il 22,4% dei ragazzi, mentre il13%delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso e rischioso di alcol, soprattutto in Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto e Trentino. Nel nostro paese sono all’incirca 2800 i giovani che trovano la morte, ogni anno, sulle strade a causa degli eccessi dei sabati sera e non. Il tanto pubblicizzato «bevete responsabilmente»’ non è altro che un messaggio ambiguo: «La droga più pericolosa non è quella che si vende al parchetto, ma quella che possiamo trovare comodamente nel supermercato sotto casa», spiega Riccardo Gatti, Direttore Interaziendale prestazioni erogate nell’ambito delle dipendenze. Risulta in aumento anche il numero di giovani che chiedono aiuto al Servizio Sanitario Nazionale. L’1% dei 61.000 alcol- dipendenti, ha, infatti, un’età inferiore ai 19 anni e il 10% un’età compresa tra 19 e 29 anni. Si è inoltre calcolato che in dieci anni (dal 1996 al 2006) il numero degli alcol-dipendenti in carico ai Servizi è aumentato del 187% (+19% in media per anno). «Il mercato degli alcolici – prosegue Gatti -, è in forte crisi e per questo punta alle facili prede, quei giovani che sono eccitati dal brivido della trasgressione». Dai dati raccolti dall’Iss emerge che in Italia si comincia a bere intorno agli 11 anni e sarebbero le ragazze, con un consumo medio di sei bicchieri a sera, contro i quattro dei maschi, a bere di più. L’abuso di queste sostanze alteranti in sempre più giovane età – stimano gli esperti – è collegabile alla necessità di apparire, in quanto l’alcol assume il ruolo di facilitatore, perché i suoi effetti possono lenire ansie e paure, sempre più presenti in una società fatta di poca sostanza e molta apparenza. Quello che viene sottovalutato, dimostra una ricerca del Policlinico Gemelli di Roma, è il cosiddetto binge drinking. Trattasi del consumo di alcol concentrato in poche ma costanti occasioni. Su un campione di 2.704 giovani romani, con un’età compresa tra i 13 e i 20 anni, l’1,2% presentava una diagnosi di dipendenza da alcol. Tutti soliti alle abbuffate alcoliche dei weekend della Roma da bere. Anche l’esito dell’ultimo Halloween appena concluso non è incoraggiante: sono decine i giovani finiti in ospedale in codice rosso dopo aver consumato enormi quantità d’alcol in locali e discoteche. A niente sembrano servire i controlli a tappeto delle Forze dell’Ordine, impegnate nella chiusura dei locali che forniscono bevande alcoliche ai minorenni, perché, a quanto sembra, nel Belpaese si spende300 volte più in pubblicità di alcolici, che in campagne di prevenzione.