Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  novembre 03 Sabato calendario

Stress test, tre banche tedesche fuori norma (c’è anche Deutsche)

Al traguardo degli stress test, le banche italiane arrivano senza affanni, mentre per tre banche tedesche (fra cui Deutsche) la leva finanziaria al 2020 finisce oltre i limiti consentiti. Come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ubi e BancoBpm – le quattro grandi banche italiane sottoposte all’esame congiunto Eba-Bce insieme alle altre 44 maggiori europee – hanno registrato esiti positivi. I quattro istituti italiani hanno riportato indici patrimoniali (Cet 1 ratio) superiori alla soglia d’allarme del 5,5% nello scenario macroeconomico avverso al 2020, ritenuto più problematico. Numeri confortanti se si guarda ai livelli patrimoniali “transitional”, cioè a regole vigenti. In questo caso, Intesa si conferma la banca più solida a livello italiano, con un Cet 1 ratio del 10,4%, sopra la media europea che è pari al 10,3%. Dietro Ca’ de Sass si colloca UniCredit, il cui ratio patrimoniale si attesta al 9,34%, poi BancoBpm all’8,47% e Ubi, all’8,32%. Numeri lievemente (e inevitabilmente) più bassi se si guarda alla forza patrimoniale con le regole prudenziali “a regime” (fully loaded): a fronte di una media europea del 10,05%Intesa si posiziona al 9,66%, a seguire UniCredit con il 9,34%, Ubi al 7,46% e BancoBpm, col 6,67%. Ultima in Europa è Barclays, con il 6,37%.
Bce ha fatto l’esame anche ad altre banche europee, i cui risultati non sono stati comunicati. A quanto risulta al Sole, Bper, Mediobanca, PopSondrio, Iccrea e Credem, avrebbero superato le prove senza problemi. Solo Carige avrebbe registrato fragilità nello scenario avverso, con un Cet 1 ratio positivo, ma al di sotto del 5,5%. 
Come noto gli stress test si basavano sulla fotografia dei bilanci del 2017. E questo ha di fatto un po’ punito le banche domestiche, che sono alle prese con importanti operazioni di derisking e di rafforzamento varate nel corso del 2018, che di fatto non sono state considerate. Nel caso di Intesa, se si computassero gli effetti dell’aumento di capitale del luglio 2018 attraverso le azioni ai dipendenti e la conversione delle risparmio in ordinarie, il Cet1 al 2020 nello scenario avverso «sarebbe al 10,99% secondo i criteri transitori e al 10,26% a regime». Analoga la vicenda di BancoBpm, che non si è vista considerare i benefici derivanti dal derisking dei crediti in sofferenza già ceduti nel corso del primo semestre del 2018, pari a 5,1 miliardi, mentre la banca ha dovuto registrare la proiezione dei costi legati alla fusione nel triennio. «Tali elementi – dice la banca – avrebbero determinato un risultato migliore del conseguito».
Se questi sono i dati relativi al punto di atterraggio generato dallo scenario economico più severo – che prevedeva per l’Italia un calo cumulato del Pil del 2,7% nel triennio al 2020, e un calo della borsa del 35% nel 2018 – ben diverso è il confronto sullo shortfall di capitale tra il punto di partenza e quello di arrivo, misura di una sorta di resilienza mostrata dalle banche italiane. In questo caso, le britanniche e le tedesche appaiono nettamente più fragili delle banche italiane. Complice l’impatto della Brexit, le quattro banche Uk (Barclays, Lloyds, Hsbc e Rbs) nel 2020 accusano perdite del Cet 1 comprese tra 533 e 700 punti. Le otto tedesche assorbono perdite tra 340 e 770 punti. Deutsche Bank – che chiude lo scenario avverso all’8,14% – lascia sul terreno 576 punti. Per le italiane il delta medio è al contrario di 345 punti. Merito dei rafforzamenti e della pulizia degli attivi di questi anni. Intesa, ad esempio, cede solo 219 punti, quasi la metà di quanto perso negli stress test a livello europeo, paria circa 400 punti. Ancor più significative le criticità europee sul leverage ratio. In Germania tre banche (Deutsche Bank, Norddeutsche Landesbank, Bayerische Landesbank) mostrano nello scenario avverso al 202 un leverage ratio inferiore al 3%, e quindi oltre i massimi consentiti. Un eccesso di leva, questo, su cui è possibile che la Vigilanza voglia porre attenzione.