Tuttolibri, 3 novembre 2018
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Biografia di Alice Waters, la cuoca che fece la rivoluzione con gli antipasti di Matisse
Quando ho preso in mano il libro la prima volta era nell’edizione americana ed ero in aeroporto a NYC. La dimensione del viaggio è quella che mi lascia paradossalmente più spazio mentale per la lettura e per esplorare nuove idee. Non avevo grandi aspettative perché in fondo pensavo a una narrazione poco personale e a un saggio sull’etica della cucina e sul chilometro zero, sulle verdure e sulla controcultura gastronomica che dalla West Coast è montata su uno skateboard e ha rivoluzionato il concetto di ristorazione americana.
Invece questo libro è una biografia vera, approfondita e vivida, di una persona dall’energia inesauribile. Partendo dalla storia della sua famiglia che pur inaspettatamente ha instradato in Alice il suo amore per la cucina (un po’ come per me); si accompagna la turbolenta evoluzione di un angolo di USA che di lì a pochi anni sarebbe stato il coacervo di altre rivoluzioni, dai computer agli smartphone, dallo skateboard ai social media.
Questo diventa il racconto non solo di Chez Panisse ma di tutte le persone che hanno contribuito alla nascita e alla costruzione di una idea improbabile sostenuta da un sogno inarrestabile. Infatti il libro arriva fino all’apertura del mitico ristorante di Berkeley e lascia il suo successo al già-noto.
Per certi versi arriva a ricordarmi Kitchen Confidential del mitico Anthony Bourdain, la schietta verità si mescola con la matrice del ricordo mitologico soprattutto quando si parla dei viaggi, da Parigi a Corfù passando dall’Italia e l’Inghilterra, viaggi formativi che imprimono la propria sagoma attraverso i personaggi che Alice incontra.
A tutti gli effetti questo libro ha la velocità e l’efficacia di un romanzo più che di una autobiografia, nel quale il ristorante non è che una parte quasi secondaria. Sono infatti i personaggi e l’Esprit du Temps a rubare la scena, dal panettiere Steven Sullivan ai grandi maestri del cinema accampati in casa sua per cena, da Henry Miller che dorme nella sua soffitta e si sdebita con l’LSD alla sconfitta di Bob Sheer alle elezioni, passando per il ’68, il Vietnam e la libertà di fare degli anni ’60.
Questo è un libro per tutti, per chi ama la cucina e per chi non la ama. Anzi, forse soprattutto per chi non la ama, per chi non ha capito la forza travolgente delle idee che si possono trasmettere a tavola. L’idea del menu che nasce dagli ingredienti freschi e migliori di quel giorno può parere scontato per noi (le nostre trattorie lo hanno sempre fatto, con la totale libertà di chi è figlio di una tradizione contadina senza tempo), ma negli USA degli anni ’60-’70- ’80 era una cosa assolutamente rivoluzionaria, che riportava con forza lo sguardo alla terra svincolandosi da qualsiasi freno tradizionale. Chez Panisse apre infatti come ristorante francese, ma nel corso degli anni, butterà via ogni vincolo e si rivolgerà unicamente all’ingrediente accogliendo le influenze più diverse.
Questo libro è l’inno alla libertà che la cucina può donare e di come siano le persone a rendere straordinarie le nostre vite.
* Massimo Bottura, tre stelle Michelin, è proprietario dell’Osteria Francescana di Modena, miglior ristorante al mondo