La Stampa, 3 novembre 2018
Utopia, nascerà nel deserto del Nevada la città creata con la tecnologia blockchain
La nuova Utopia sorgerà nel deserto del Nevada, e sarà una comunità idilliaca gestita attraverso la tecnologia blockchain. Questo, almeno, se la visione di Jeffrey Berns si realizzerà.
Berns è un avvocato di Los Angeles, specializzato nelle cause di gruppo contro le compagnie finanziarie. Durante il suo lavoro si è imbattuto nella tecnologia blockchain, e questo ha cambiato la sua vita. Nel 2012 si era interessato a Bitcoin, ma poi ha investito seriamente in Ethereum, un’altra cryptocurrency. La speculazione ha funzionato e lo ha reso ricco, molto ricco.
All’inizio dell’anno la sua neonata compagnia Blockchains L.L.C. ha investito 170 milioni di dollari in contanti per comprare 67.000 acri di terreno disabitato nel deserto del Nevada, vicino alla città di Reno. La comunità locale si è interrogata a lungo sulle ragioni di questo acquisto, e ora Berns le ha rivelate al «New York Times»: creare una nuova Utopia, gestita dalle persone che la abitano, attraverso la tecnologia su cui si basano le cryptocurrency.
Case, scuole, parco high-tech
Il fondatore vuole costruire una città sopra uno spazio di circa cento miglia quadrate, con centinaia di case, scuole, distretti commerciali, un centro universitario di ricerca, un parco high-tech, un’arena per gli e-game, e anche studios per la produzione di intrattenimento. Tutte le decisioni sul governo della struttura, e il 90% dei dividendi che dovesse generare, verranno affidate ad un organismo corporate gestito da residenti, dipendenti e investitori. Berns la chiama «entità collaborativa distribuita», e intende che i diritti proprietari e il potere di votare sulle scelte di indirizzo della comunità saranno registrati in un portafoglio digitale generato con la tecnologia di Ethereum.
Al momento ci vuole molta fantasia, per intravedere il futuro della nuova Utopia, perché nella valle attraversata dal Truckee River ci sono solo deserto, colline, e qualche buca scavata per fare i primi rilevamenti sul terreno. Berns però ha già investito 300 milioni di dollari per la terra, l’ufficio, 70 persone di staff che ha assunto, e gli studi di progettazione. I lavori veri e propri non cominceranno prima della fine del 2019, perché prima dovrà avere il via libera definitivo dalle autorità locali. Nel frattempo, però, sta conquistando i politici del Nevada, a cominciare dal governatore Brian Sandoval, che durante un evento avvenuto il mese scorso ha letto un proclama in cui ha battezzato l’intero progetto «Innovation Park». A quell’incontro era presente il fondatore della Tesla Elon Musk, che ha costruito nella stessa zona la sua Gigafactory, mentre anche Google e Apple hanno proprietà nel parco industriale che confina con le terre di Berns.
Fuori i grandi speculatori
Un accordo con la compagnia elettrica Nv Energy è stato già raggiunto, per fornire all’intera area l’energia necessaria a svilupparla, regolando però tutte le transazioni solo con la tecnologia blockchain. Tutti i dati personali verranno controllati dagli stessi individui coinvolti attraverso la piattaforma, e loro governeranno insieme la città, impedendo quindi qualunque tipo di speculazione da parte delle grandi compagnie digitali o intrusioni del governo.
Berns non vede questo progetto come un semplice investimento edilizio, ma lo immagina come la creazione di una nuova comunità. Una Utopia, basata sulle meraviglie offerte dalla tecnologia. Lo ha spiegato al Times senza mezzi termini: «Questa sarà o la più grande cosa di sempre, o il più spettacolare fallimento nella storia dell’umanità. Non so prevedere quale dei due. Io credo alla prima ipotesi, ma sarà comunque un viaggio straordinario».