Il Messaggero, 1 novembre 2018
Le confessioni di Ségolène Royal
Infaticabile Ségolène Royal. A 65 anni (di cui 36 in politica) l’ex ministra francese e ex candidata alle presidenziali, pensa se lanciarsi di nuovo in politica (potrebbe guidare lei un listone socialista-verde alle prossime europee) e intanto pubblica il suo #metoo: «Ce que je peux enfin vous dire» (quello che posso finalmente dirvi), quasi trecento pagine edite da Fayard da ieri in libreria per raccontare calvari, sberleffi, commenti e altre amenità cui hanno diritto le donne in politica in generale e lei in particolare, da quando salì per la prima volta alla tribuna dell’Assemblée Nationale e le gridarono «nu-da!» fino al tradimento in diretta dell’ex compagno François Hollande.
I RACCONTI «Vi dirò quello che la maggior parte delle donne subisce in silenzio in politica» annuncia nell’introduzione. E ci dice di quando la chiamarono per offrirle un ministero (lei sperava nella Giustizia): «Hai quattro figli, il ministero della Famiglia è il posto giusto per te», o quando, da candidata alle presidenziali contro Sarkozy, incassava dai suoi compagni di partito epiteti incoraggianti come «ragazzina febbrile ed eccitata», «super nanny della politica». Di Hollande massacra prima la presidenza («un miscuglio di disinvoltura e bonarietà») piena di «errori», e poi la condotta coniugale, «la violenza dell’adulterio» (con Valérie Trierweiler), che confessa – sperò a lungo fosse «una sbandata». Per Macron (di cui critica «l’esercizio solitario del potere») ammette una certa simpatia sul piano personale: «Ha osato sposare una donna di oltre vent’anni più grande: mi sono detta che deve essercene voluto di coraggio e determinazione, insomma di amore, per affrontare le critiche, il sarcasmo, la stupidità e la cattiveria. Lo capisco ancora meglio visto che io stessa sono stata crudelmente tradita prima e durante la campagna del 2007 per una donna di dieci anni più giovane di me, che a sua volta sarà tradita per una donna di dieci anni più giovane di lei (Julie Gayet, ndr.): dieci più dieci fanno vent’anni, ma nell’altro senso. Molto più convenzionale, no?».
MINISTRE ITALIANE Il #metoo di Ségolène coinvolge anche ex ministre italiane. Senza fare nomi, Royal racconta dei due vertici Francia-Italia tra Renzi e Hollande cui ha assistito nel febbraio 2015 all’Eliseo e nel marzo 2016 a Venezia: in entrambi i casi «una ministra italiana» fu oggetto di commenti gaudenti di ministri francesi, di cui uno «non dei meno importanti, il cui look non lascia pensare a volgari commenti maschilisti». «Quella deve essere brava a fare ben altro che la politica», o «altro che ministero, quella starebbe meglio da un’altra parte» hanno commentato i ministri francesi, lasciando a Ségolène, che li aveva sentiti, il compito di redarguirli: «poveri cretini, ma non vi vedete?».
E a proposito di scontri al testosterone Ségolène Royal racconta anche di un duello verbale tra l’allora premier Manuel Valls ed Emmanuel Macron: «La crescita economica è a mezz’asta» aveva commentato l’ex ministro dell’Economia. Valls si era risentito e gli aveva sibilato all’Assamblée Nationale: «E anche il tuo c... è a mezz’asta?»