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 2018  novembre 01 Giovedì calendario

«Ecco come ho fatto il finto smemorato»

«Ho viaggiato sempre in treno. Sono partito da Pontedera, ho raggiunto Milano, poi Parigi e Londra. Dopo un giorno ero a Edimburgo e ho voluto visitare subito la cattedrale. Mi sono messo in coda con i turisti ma sono svenuto e mi sono risvegliato in ospedale. Il mio piano era quello di far credere ai medici di aver perso la memoria, però per alcuni momenti l’ho persa davvero».
Inizia così il racconto di Salvatore Mannino, 52 anni, moglie e quattro figli, imprenditore ed ex dirigente d’azienda, l’ex smemorato di Lajatico che ha confessato di aver inventato tutto. Un storia incredibile. Nella quale un uomo, che i medici di Edimburgo avevano giudicato un paziente psichiatrico colpito da disturbo dissociativo, ha ammesso di aver architettato una colossale messinscena per riaffermare la propria autorità. Dicendo persino che alla fine il piano lo aveva pensato «per vedere da lontano che cosa sarebbe accaduto in famiglia», convinto che una volta ritornato i suoi cari avrebbero capito che cosa significava vivere senza di lui.
«Sarei tornato dopo poche settimane – ha spiegato Mannino – e avrei trovato le parole giuste per far comprendere loro i motivi che mi avevano spinto ad andarmene. E magari poi avrei ridettato le regole del gioco. Sarei rientrato in famiglia dopo questo gesto dimostrativo che ho fatto senza alcuna cattiveria». Ai medici ha raccontato: «A casa mi sentivo un marito e un padre spodestato. Comandava tutto mia suocera che dal 2010 viveva con noi e si metteva sempre di mezzo. Volevo riaffermare la mia autorità».
Si può sparire per un mese da moglie e figli per colpa di una suocera considerata invadente? Ancora ieri Mannino dal reparto di psichiatria dell’ospedale di Santa Chiara di Pisa ne era convintissimo: «Mi dispiace di aver creato tutta questa confusione ma i rapporti con mia suocera erano diventati insostenibili. Non riuscivo più a sopportare una situazione così pesante e dovevo fare qualcosa per cambiarla».
Già, i rapporti con la suocera, la signora Sandra, un’insegnante in pensione. Che parenti e amici sostengono invece fossero ottimi. «Quando meno di un anno fa aveva deciso di metter su un’azienda e da dirigente diventare un imprenditore – ricorda Antonio Falossi, farmacista di Lajatico e cugino della moglie dell’uomo – Salvatore aveva chiesto alla suocera di diventare sua socia, a livello economico le cose andavano bene. A casa i rapporti erano ottimi e quando in paese si pensava a una famiglia modello s’indicava sempre quella dei Mannino. Mia cugina Francesca è una donna distrutta, non riesce a dare una spiegazione a che cosa sia avvenuto nella mente di Salvo». Certamente qualcosa d’importante. Un’anomalia psichica, una psicopatia, un grave disturbo narcisistico? «Di sicuro c’è un disagio, che non vuol dire malattia», conferma Alfredo Sbrana, lo psichiatra che lo ha in cura. 
Anche il racconto della sua fuga in Scozia ha qualcosa di anomalo. L’imprenditore è scomparso lasciando un biglietto, in codice decifrato poi dal figlio, con le parole perdonami e scusa. Ma prima, per giorni e giorni, dal computer ha iniziato a cercare il migliore viaggio possibile per arrivare ad Edimburgo, quella che considerava la città ideale della sua fuga. Pianificando tutto. E cercando, in alcuni siti, anche il modo di simulare al meglio la perdita della memoria. Sarebbe stata una commedia di poche settimane. «Poi sarei tornato a casa a ridettare le regole», ha detto davanti ai carabinieri increduli.