il Giornale, 28 ottobre 2018
L’intelligenza dei polpi
Polpi e seppie, oltre ad avere rispettivamente otto e dieci braccia sensibilissime (sono piene di neuroni, fino a diecimila per ogni ventosa) sono furbi e misteriosi, capaci di svitare un tappo e di fare scherzi agli studiosi in laboratorio, in grado di cambiare colore in una frazione di secondo (le seppie, perché la loro pelle è come un grande schermo controllato dal cervello) e di allungare un braccio per attirare un sub nella loro tana. Riescono a manipolare oggetti, a camuffarsi, a riconoscere i singoli umani e qualche volta fanno perfino i bulli fra loro. Sono complessi e solitari, due caratteristiche raramente abbinate in natura. Sono, dice Peter Godfrey-Smith, professore di Storia e filosofia della scienza all’Università di Sydney, «un’isola di complessità mentale nel mare degli invertebrati»; e tutto è cominciato quando, probabilmente intorno a 270 milioni di anni fa, hanno perso la conchiglia che è tipica di tutti gli altri molluschi. Come è successo? Risposta: «Nessuno lo sa». Però Godfrey-Smith ha scoperto molte altre cose meravigliose di queste creature quasi aliene, che racconta in Altre menti, un saggio che in Gran Bretagna ha avuto molto successo e ora è pubblicato in Italia da Adelphi (pagg. 304, euro 22), nella collana Animalia.
Professor Godrefy-Smith, perché ha deciso di scrivere un libro sui polpi?
«Mi ero già occupato a lungo dell’evoluzione e della mente, però non avevo mai preso in considerazione quel genere particolare di animali. Ho scelto i cefalopodi, soprattutto polpi e seppie, dopo averli incontrati in mare. Circa dieci anni fa ho iniziato a trascorrere molto tempo nelle acque intorno a Sydney, nuotando con il boccaglio e facendo immersioni in una riserva marina chiamata Cabbage Tree Bay. Le prime che ho incontrato sono state le seppie giganti, e ne sono rimasto affascinato. Poco dopo ho iniziato a osservare anche i polpi. Poi ho compreso la loro importanza dal punto di vista evolutivo: e questo è stato l’inizio del libro».
Perché sono Altre menti?
«Hanno comportamenti e un sistema nervoso complessi, e credo anche che siano in grado di avere esperienza delle cose. Perciò hanno delle menti. E però sono anche davvero altri, per via della loro enorme distanza da noi, in termini evolutivi. L’antenato comune fra lei e un polpo probabilmente è vissuto circa 600 milioni di anni fa».
Che cosa ha attirato tanto la sua attenzione?
«Sono stato molto tempo con loro nelle acque intorno a Sydney, e così ho capito quanto siano complessi e affascinanti. Nel caso delle seppie giganti, quello che mi ha più impressionato è stata la loro abilità a cambiare colore in meno di un secondo, e di riuscire a produrre qualsiasi colore. E anche, in alcuni casi, la loro curiosità nei miei confronti. Una cosa molto insolita negli animali selvaggi».
Che tipo di curiosità?
«In alcuni casi, seppie e polpi sono coinvolti con gli umani: e questo è davvero incredibile. Non tutti lo fanno, alcuni sono più coraggiosi e tendono a esplorare più di altri. Ma è abbastanza comune che allunghino un braccio per toccarti, e che rimangano un po’ di tempo a esaminarti. Alcuni addirittura si avvicinano ai sub e sembrano piuttosto interessati nei loro confronti».
Perché i polpi sono «un esperimento indipendente nell’evoluzione»?
«La maggior parte degli invertebrati ha sistemi nervosi di piccole dimensioni. I polpi e altri cefalopodi sono invertebrati, ma hanno grandi sistemi nervosi e comportamenti molto complessi. Una combinazione insolita».
Che cos’ha di particolare il loro sistema nervoso?
«I polpi hanno questi grandi sistemi nervosi, che però sono decentralizzati: la maggior parte dei neuroni non è nel cervello centrale, bensì sparsa lungo le braccia. Succede anche in altri invertebrati, che però hanno sistemi nervosi molto meno estesi. Un’altra combinazione rara».
Perché le seppie cambiano colore?
«Nessuno conosce il motivo. Alcuni colori e movimenti sono sicuramente creati per camuffarsi, per nascondersi. Ma molti colori sono sgargianti, e per niente mimetizzanti. In certi casi sono un segnale agli altri membri della specie, rivali o possibili partner. In altri sembrano uno stratagemma per confondere un altro animale, che potrebbe essere un predatore».
I polpi sono un po’ alieni?
«Non proprio alieni, ma... forse sono quanto di più vicino possibile, per noi, a una intelligenza aliena. Questo perché sono così distanti, da noi, in senso evolutivo».
Nel libro c’è una definizione bellissima. Dice che il polpo, che a differenza della seppia non ha neppure l’osso, è «pura possibilità».
«I corpi dei polpi possono cambiare in qualunque modo: non sono limitati, come accade per la maggior parte degli animali. Possono assumere una varietà enorme di forme e muoversi in molti modi differenti: a getto, strisciando, camminando e, anche, attraverso una specie di nuoto che li fa sembrare come un ombrello, che si apre e si chiude. I loro corpi offrono infinite possibilità».
Pensa che abbiano una coscienza?
«Credo che probabilmente i polpi abbiano esperienze soggettive, che sperimentino gli eventi della loro vita. Un tipo di coscienza molto semplice. Non ne sono sicuro, ma è probabile».
Perché?
«Mostrano attenzione, quando interagiscono con le cose. Ci sono prove che i polpi sentano il dolore e lo stress. Credo che abbiano un mondo sensoriale molto ricco, che in qualche modo somiglia al nostro, mentre è diverso da altri punti di vista. Sono animali molto visivi, come noi, ma assaggiano anche tutto quello che toccano. Le loro otto braccia sono ricoperte di organi del gusto».
Hanno vita breve, uno o due anni al massimo.
«Sono rimasto stupefatto quando l’ho scoperto. La maggior parte degli animali con un sistema nervoso complesso vive a lungo, perché il cervello è molto dispendioso da costruire e da mantenere».
Quindi anche la mente, come la vita, si è evoluta in mare?
«Tutte le attività fondamentali hanno bisogno dell’acqua e le nostre cellule contengono acqua e sali. Gli animali si sono evoluti inizialmente nel mare: e così è accaduto per gli occhi, i cervelli, l’apprendimento, la memoria e la maggior parte di tutto ciò che è essenziale per la mente. Il mare è stata la casa natale di tutte queste invenzioni».