Corriere della Sera, 28 ottobre 2018
Savona e le domande che restano sul caso Euklid
Il 17 ottobre alla Camera l’On. Alessandro Fusacchia di + Europa ha chiesto a Paolo Savona se egli, da quando è diventato ministro per gli Affari europei in giugno, abbia avuto contatti con gli operatori del fondo di Londra Euklid «con il rischio di apportare benefici allo stesso fondo». La vicenda è nota. Savona è socio di Euklid, che ha investito fra l’altro in titoli sensibili alle politiche pubbliche italiane (Generali, Eni, Tim, Atlantia). Savona non ha risposto sui contatti che da ministro avrebbe avuto, o no, con il fondo (dove lavora il figlio Pierfrancesco). Ma ha cercato di spiegare perché fino al 13 ottobre scorso Companies House – registro delle imprese di Londra – presentasse il suo nome quale «director» di Euklid stessa. Proprio il 13 ottobre il Corriereha segnalato questa apparente incongruenza con il suo ruolo nel governo. Companies House ha poi notificato di aver «ricevuto il 13 ottobre» e ha pubblicato la sera stessa la notifica delle dimissioni di Savona, a valere dal 21 maggio. Che era successo? Savona ha spiegato che le proprie dimissioni da Euklid «sono state comunicate il 7 giugno allo studio legale Simmons & Simmons, che svolge le pratiche per conto della società». Il ritardo nell’aggiornamento del registro, ha detto, «è dipeso da una lentezza nelle comunicazioni fra i soggetti esterni alla società». In sostanza Savona si sarebbe dimesso per tempo, ma Simmons & Simmons avrebbe scordato di segnalarlo. Possibile? Questo è uno dei grandi studi legali globali, fatturato pari a oltre 350 milioni di euro, 14 premi solo nel 2018, parcelle da almeno mille euro l’ora per avvocato. Richiesto molte volte di confermare la versione di Savona, Simmons & Simmons evita di farlo. Resta dunque da capire chi sta dicendo la verità.