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 2018  ottobre 28 Domenica calendario

Domande e risposte sul Tap

1 C’è un contratto dello Stato con Trans Adriatic Pipeline? 
No, non c’è alcun contratto tra Tap e lo Stato italiano, essendo il gasdotto – lungo 878 chilometri, di cui 8,2 sulla terraferma italiana e 105 sotto l’Adriatico – un’opera privata di interesse pubblico e non un’opera pubblica. Trans Adriatic Pipeline ha firmato due tipi di contratti: il primo con le aziende fornitrici che hanno quasi terminato la costruzione del gasdotto (tra le quali le italiane Saipem, Renco e Bonatti); il secondo con gli «shipper» che hanno acquistato il gas che arriverà dall’Azerbaijan (tra questi Enel, Edison ed Hera). 
2 Se non c’è contratto, perché il governo parla di penali da 20 miliardi in caso di stop al gasdotto? 
Il termine penale è improprio. Di certo, però, in caso di stop al gasdotto, Tap potrebbe chiedere un risarcimento per danno emergente e lucro cessante perché l’autorizzazione concessa dal ministero dello Sviluppo economico nel maggio del 2015 ha messo in moto effetti economici di durata venticinquennale, che verrebbero meno. I contratti vanno, infatti, dal 2020 – anno in cui Tap si è impegnata a consegnare il primo gas – al 2045. Le parole degli esponenti del governo, relative a costi elevati derivanti dallo stop al gasdotto, sono da intendere in questo senso. 
3 Come si arriva a 20 miliardi? 
Il calcolo lo ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco di Melendugno, Marco Potì, riferendo il ragionamento che gli è stato esposto dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Andrea Cioffi. Il punto di partenza è che l’opera costa 4,5 miliardi e al momento è stato realizzato quasi l’80%: occorrerebbe quindi risarcire circa 3,5 miliardi. Il governo poi stima in 11 miliardi di euro i danni derivanti dalle mancate consegne di gas da parte di Tap agli acquirenti, a cui si aggiungerebbero l’utile a cui Tap dovrebbe rinunciare e i costi che ricadrebbero sui produttori azeri relativi al gas estratto e non venduto. Con ulteriori 7 miliardi complessivi stimati, si arriverebbe così a circa 20 miliardi, sempre in una prospettiva di mancato utilizzo del gasdotto nei prossimi 25 anni.
4 Quanto costerebbe spostare l’approdo da Melendugno a Brindisi, come auspica Emiliano? 
Secondo i calcoli riferiti dal sindaco di Melendugno dopo la riunione al ministero dello scorso 15 ottobre, i costi ammonterebbero a 1,7-1,9 miliardi, tra riprogettazione e ritardi di 2-3 anni per l’entrata in esercizio del gasdotto.