Corriere della Sera, 28 ottobre 2018
L’arte di mentire. Ma con sincerità
È sempre stato difficile distinguere il vero dal falso, fin dai tempi del «Teeteto» di Platone. Ma ora, grazie ai social, è diventato un problema serio anche per le istituzioni (per questo, forse, alla presidenza della Rai è stato chiamato Marcello Foa, autore di «Gli stregoni della notizia», un libro sulla manipolazione delle notizie, scritto però da uno che indulge volentieri al complottismo). È successo questo. L’account ufficiale del Mise (ministero dell’Industria e dello Sviluppo economico) ha ritwittato un profilo parodico di Luigi Di Maio in cui si inneggiava al condono fiscale e al condono delle case abusive a Ischia. Il re-tweet è rimasto per un po’ sul profilo, poi qualcuno si è accorto dell’errore e l’ha rimosso. Il social media manager di Matteo Salvini, Luca Morisi, ha condiviso sul suo profilo Twitter un post scritto da Armando Schiaffini, che giustificava gli assassini della giovane Desirée Mariottini (messaggio non vero e provocatorio scritto apposta per sobillare gli animi). Insomma, sia Palazzo Chigi che il Viminale (più indirettamente), hanno propagato fake news, notizie non vere. Nello staff di Salvini e Morisi ci lavora anche il figlio di Foa.
Errori possono succedere a chiunque. Ma in politica essere in «buona fede» significa non pensare, o pensare male (secondo la logica andreottiana). Mentono, ma con sincerità.