Il Messaggero, 27 ottobre 2018
Benigni sarà Geppetto nel Pinocchio di Garrone
Doppia, clamorosa notizia: Roberto Benigni torna al cinema. E farà Geppetto nel Pinocchio di Matteo Garrone, dopo aver interpretato il burattino creato da Collodi nel film da lui stesso diretto nel 2002. L’annuncio, che sta facendo il giro del mondo, arriva provvidenzialmente a rialzare l’umore nero del cinema italiano umiliato dagli ultimi, catastrofici incassi. «Un grande personaggio, una grande favola, un grande regista: fare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme della felicità», dichiara a caldo Benigni, 66 anni proprio oggi. L’attore e regista toscano era assente dagli schermi dal 2012, l’anno in cui girò da attore To Rome With Love di Woody Allen, mentre la sua ultima regia, La tigre e la neve, risale al 2005. Ma nelle ultime stagioni, non è stato con le mani in mano: ha raccolto grandi successi in teatro e in tv.
DOPPIO SOGNO
Del nuovo progetto cinematografico si dice entusiasta anche Garrone: «Girare finalmente Pinocchio e dirigere Benigni sono due sogni che si avverano in un film solo», dichiara il regista che, con il noir Dogman, rappresenta quest’anno l’Italia all’Oscar. Pinocchio è una coproduzione internazionale Italia-Francia ad alto budget per i nostri standard (sui 15 milioni) che vede protagonisti Archimede con RaiCinema e Le Pacte in associazione con Recorded Picture Company. L’attesa nel mondo è grande: Pinocchio è già uno dei titoli più richiesti all’American Film Market che si aprirà mercoledi prossimo a Los Angeles. E l’idea che sia la Rai a riportare Benigni al cinema rende orgoglioso Paolo Del Brocco, ad di RaiCinema: «Siamo felici di far parte di un’opera di così alto livello», dice, «di continuare il nostro percorso di collaborazione con Garrone iniziato già da tempo e di lavorare con Benigni: la sua decisione di interpretare Geppetto è un regalo che ci riserverà tante sorprese». E Toni Servillo, che tutti immaginavano nei panni del falegname papà del burattino, mentre il grande attore dichiarava «con Garrone farei qualunque cosa, in qualunque ruolo»? Molto probabilmente, se le date dei suoi impegni teatrali internazionali lo consentiranno, interpreterà un altro dei personaggi della celebre favola. Collodi inventò anche Mastro Ciliegia, Mangiafuoco...Quanto alla Fata dai Capelli Turchini, nessuna attrice è stata ancora scritturata e lo star system italiano è in fibrillazione, ma non si esclude che il regista, per motivi di coproduzione, finisca per scegliere un’interprete straniera.
SET ITALIANO
La lavorazione del film comincerà nei primi mesi del 2019 e si svolgerà interamente in Italia tra Lazio, Toscana e Puglia. Di capitale importanza saranno trucco ed effetti speciali, affidati rispettivamente a Mark Coulier, vincitore di due Oscar, e Rachel Penfold (The Revenant, Cloud Atlas). Ma quale sarà lo stile? Proprio al Messaggero, Garrone aveva anticipato l’intenzione di realizzare un Pinocchio «inedito perché originale, cioè fedelissimo al libro di Collodi illustrato nel 1883 da Enrico Mazzanti. Sarà una riscoperta pittorica, la mia». E il burattino, che non sarà un bambino in carne e ossa come il protagonista del mitico sceneggiato tv di Comencini (1972), «avrà un sapore dark, in ossequio all’originale che contiene anche molti spunti comici». Oggi il regista aggiunge: «Pinocchio mi insegue da quando ero bambino e disegnavo i primi storyboard ispirati alla favola. Anche Benigni, che ho conosciuto da piccolo grazie a mio padre (il critico teatrale Nico Garrone, tra i primi a scoprire il talento dell’attore, ndr), l’ho inseguito per anni. Oggi, lavorare finalmente insieme rappresenta per me un’occasione straordinaria: Roberto, che riesce ad emozionare il pubblico di ogni età, mi aiuterà a fare il film che sogno, cioè destinato a tutta la famiglia».
Mentre Garrone si prepara ad affrontare la sfida più impegnativa della sua carriera, anche il premio Oscar Guillermo Del Toro progetta un Pinocchio: sarà un film di animazione stop motion prodotto da Netflix e ambientato in Italia durante il fascismo.
LA RIVINCITA
Ma dal 1940 a oggi, il burattino più famoso del mondo ha ispirato con alterne fortune una ventina di film, sia cartoon sia live action, firmati tra gli altri da Walt Disney, dal maestro Comencini, da Enzo D’Alò. E dallo stesso Benigni che nel 2002 diresse e interpretò un Pinocchio kolossal da 45 milioni di euro, sceneggiato da Vincenzo Cerami, con Nicoletta Braschi nella parte della Fata dai Capelli Turchini. Vincitore di molti premi, campione d’incassi in Italia, il film divise tuttavia la critica e non riuscì a sfondare in America e nel resto del mondo. Oggi, per Benigni, l’atteso Pinocchio di Garrone potrebbe rappresentare la rivincita.
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Un Pinocchio illustrato dal Mazzanti è in vendita per 26 mila euro nella libreria antiquaria Pregliasco:
in-8, pp. 236 + (4 di catalogo edit. di Paggi), conservate le due copertine della rarissima brossura verzolina, rimarginate all’epoca di un cm sui 4 lati con la stessa carta; elegantemente rilegato nel 2015 da Sandra Varisco in marocchino panna con intarsi figurati in pelle verde ai piatti raffiguranti Pinocchio con le orecchie d’asino; al dorso titolo su due etichette in pelle in stile Dymo, che sono ripetute sul dorso della camicia; in astuccio. La conservazione interna è ottima, la carta con una lieve uniforme ingiallitura e priva di scarabocchi o di macchie; due antiche decalcomanie infantili su spazi bianchi, alla prima pagina del testo e al verso dell’ultimo foglio di testo; traccia di una decalco asportata alla fine dell’indice; rinforzo con carta Giappone alla cucitura del primo e dell’ultimo fascicolo. Prima edizione del ’’Pinocchio’’, illustrata dal Mazzanti con 62 vignette n.t. ’’che delineano compiutamente l’universo iconografico del burattino con fulminee suggestioni che faranno scuola e sapiente uso di rappresentazioni a silhouettes’’ (Pallottino). Il romanzo era uscito a puntate ne ’’Il Giornale dei Bambini’’ tra il 1881 e il 1883: Collodi scrisse le prime 4 cartelle di quella che lui stesso definì una bambinata con il solo fine di pagarsi i debiti di gioco; la pubblicazione continuò con numerose interruzioni, a seconda delle condizioni economiche dell’autore, e si compì in 30 capitoli apparsi in 26 numeri del giornale, terminando il 25 Gennaio del 1883. Immediatamente il Paggi, che felicemente intuì la possibilità di un fortunato lancio del romanzo diede alle stampe l’edizione originale in volume, che è assai più difficile a reperirsi rispetto al ’’Giornale’’: la sua assoluta rarità è dovuta all’estrema deperibilità di un libro dato in lettura ai bambini. Bell’esemplare di una fra le più rare edizioni originali della letteratura italiana dell’Ottocento. Universalmente stimato il sommo capolavoro della letteratura per l’infanzia di ogni paese e di ogni lingua, è forse, con la ’’Commedia’’ dantesca, il libro italiano più amato nel mondo. ’’il testo della prima edizione è il solo che sia stato, con certezza, rivisto dall’autore ... tutti i rifacimenti successivi e postumi, anche se giustificabili con le buone intenzioni, sono affatto arbitrari e contrari alla volontà dell’autore’’ (Parenti, ’’Notizia sul Pinocchio’’ nell’edizione di Tallone del 1951).. Parenti, Rarità bibliogr. Ottocento (1953) p. 148-153: ’’E’ questo uno dei pezzi più rari, se non il più raro senz’altro, dell’Ottocento italiano. Fino al 1944, l’unico esempl. conosciuto in collezioni private era il mio... altre tre copie, due delle quali, purtroppo, trasferite in America..’’..