La Stampa, 27 ottobre 2018
Michael Kors: «Ammiro da anni Versace, l’abbiamo scelto perché unisce modernità e tradizione»
«Sono felice che la Maison Versace entri a far parte del nostro gruppo. Da molti anni sono un grande fan di Donatella e del suo talento. E’ meraviglioso avere un altro marchio nel gruppo (Capri Holdings Limited, ndr) che abbia grande considerazione per il design, lo stile e l’artigianalità». Michael Kors è uno stilista solare e diretto. Figlio di una modella, 59 anni, nato a New York, ha iniziato a lavorare da ragazzino - si racconta che a 5 anni abbia modificato l’abito per le seconde nozze di sua madre - e ha il raro dono di essere quasi sempre di buon umore, spiritoso e capace di rendere qualsiasi conversazione un ping pong di battute. Ottobre per lui è un mese intenso. Da 5 anni - attraverso la campagna Watch Hunger Stop in partnership con il World Food Programme delle Nazioni Unite - aiuta a «costruire un mondo con fame zero» (lanciato nel 2013, Watch Hunger Stop ha raccolto oltre 16 milioni di pasti per i bisognosi). Ma quando Mr Kors ti dedica uno scampolo del suo tempo è un vulcano, non lo ferma nessuno.
Qual è il suo rapporto con Donatella?
«Da tempo ammiro il marchio Versace e la creatività di Donatella. E’ una donna intelligente, talentuosa e visionaria, tutte qualità che mi affascinano».
Perché proprio Versace?
«Modernità e storia di una grande griffe sono una combinazione rara: Versace rappresenta questo equilibrio alla perfezione».
Come si sente a far parte di un grande gruppo?
«E’ un momento molto elettrizzante per tutti noi, saremo in grado di mettere in atto sinergie importanti da cui tutti i nostri brand trarranno beneficio».
Una stretta relazione di amicizia tra colleghi può essere considerata un plus valore, un’efficace sinergia, o è meglio mantenere un certo livello di competizione?
«Credo nella collaborazione, ci sono persone con cui ho lavorato per anni - sono del segno zodiacale del Leone, quindi apprezzo la lealtà - ma non è detto che non ci possa essere un po’ di sana competizione anche tra amici».
Tutti sanno che ama l’Italia, ma cosa le piace in particolare?
«Sono spesso a Milano per lavoro - molti dei materiali che utilizziamo per la Michael Kors Collection sono made in Italy. Le persone, lo stile incredibile, il cibo… sono molte le cose che amo dell’Italia. Vado anche a Capri almeno due volte l’anno, è una delle mie destinazioni preferite in tutto il mondo per la sua bellezza naturale e le persone magnifiche ».
Uomini o donne italiane: chi sono i più eleganti?
«Penso che gli uomini e le donne in Italia amino la moda allo stesso modo e abbiano un innato senso per lo stile. Non saprei chi scegliere!»
Secondo lei, oggi cosa non può mancare nel guardaroba di una donna?
«Una borsa a mano in pelle lux, di quelle che migliorano con gli anni; un trench color cammello, un abito nero che la faccia sentire in grado di conquistare il mondo intero e un paio di occhiali aviator».
Le sue borse sono famose. In base a cosa una donna dovrebbe scegliere la il modello giusto? Quali caratteristiche dovrebbe avere?
«Tutto dipende dal proprio stile di vita. Ho amiche che si portano dietro la casa, nella loro borsa manca solo un lavandino... e hanno quindi bisogno di un modello capiente, ma chic allo stesso tempo. Altre donne invece amano restare leggere dovunque si trovino. E preferiscono una piccola tracolla con dentro solo l’essenziale. Bisogna riconoscere le proprie necessità. Sono questi i fattori fondamentali»,
Cosa rende lo stile americano così speciale? E che cosa dovrebbero imparare gli europei?
«Penso che gli americani abbiano un approccio allo stile pragmatico, cosa che, in un mondo sempre più frenetico, può essere apprezzata da tutti. L’importante è che vestiti e accessori siano sempre al passo con la velocità della vita moderna».
Il suo senso dell’umorismo è noto: c’è un indumento che lei giudica ridicolo?
«Non disegno per fare show durante le sfilate, creo per i miei clienti e le loro vite. Per me, ridicola è qualunque cosa che non può essere indossata tutti i giorni».
C’è qualcosa che vorrebbe disegnare, un oggetto o un’intera collezione, ma ancora non ha fatto?
«Mi sarebbe piaciuto tanto creare qualcosa per Jackie Onassis. È la mia icona, aveva un carisma inarrivabile».
Fashion e social network: che ne pensa di questo binomio?
«Mi piace che i social media mi permettano di restare in contatto con i miei fans in tutto il mondo. Quando ho iniziato questo lavoro, facevo molti trunk shows per incontrare i miei clienti e sebbene tuttora continui a farlo, sarebbe impossibile per me essere presente in tutti i miei negozi ogni stagione. Instagram è un sorta di trunk show virtuale».
Cosa è più importante: essere chic o alla moda?
«Tutti possono seguire i trend, ma per essere chic devi avere un punto di vista, devi conoscerti e sapere cosa è meglio per te».