Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  ottobre 27 Sabato calendario

La moda, che barba

Negli anni 30 del Novecento, e fino ai 70, il negozio del barbiere era il posto di ritrovo degli uomini. Insieme al bar e al circolo era il centro delle relazioni maschili. In ogni paese il barbiere era il luogo delle conversazioni, dei giudizi, delle chiacchiere. Per gli uomini sbarbarsi una volta la settimana dal barbiere era una regola, così come tagliarsi i capelli. Si passava dalla sedia dei bambini a quella degli adulti come per un rito d’iniziazione: spuntava la barba, si diventava grandi e si andava dal barbiere. La barberia era un luogo olfattivo importante con lozioni, talchi, cristalli e panni bollenti, come ricorda il volume Barber Couture (a cura di Giulia Pivetta, 24 Ore Cultura). Poi alla fine degli anni Settanta il negozio del barbiere ha perso importanza; sono subentrati altri spazi. Le trasformazioni del lavoro hanno portato le persone a seguire nuovi ritmi e orari. Molti hanno cominciato a radersi in casa. Così dopo il 2000 questo tipo di negozio ha cominciato a declinare. Nei paesi come nelle città una dopo l’altra chiudevano le barberie, e si perdevano i riti settimanali e le occasioni di scambio tra gli uomini. Tutto diventava più rapido e veloce.
Trovare il tempo per andare dal barbiere era ora un lusso per pochi. Negli anni 90 si è diffusa la moda del cranio a marines: gli uomini, appena avevano sentore dell’inizio della calvizie, si radevano a zero da soli. Poi a metà degli anni Duemila sono tornate le barbe e il fenomeno hipster ha prodotto un nuovo tipo di barberia. Non più quella del passato, ma un tipo di locale ibrido, a volte insieme al bar, così da fondere in un unico spazio due centri di aggregazione maschile del passato. Tutto è cominciato nelle capitali estere, a Londra, ad esempio. Gli uomini giovani hanno iniziato a farsi crescere la barba. Di conseguenza sono state aperte sale da barba per tagliare e curare i nuovi barboni. Nel contempo si sono diffusi negozi in cui si effettuava il taglio unisex, come i Vidal Sassoon. Nasceva il fenomeno vintage. Le barberie che hanno aperto rimettevano in auge le vecchie poltrone dei barbieri del passato; la stessa grafica nella vetrina faceva il verso a quella anglosassone. Era l’analogo dei pub e delle birrerie, che hanno aperto nei medesimi anni. Oggi i capelli vengono portati corti, anche se non cortissimi, le barbe invece lunghe. La barba non è più segno di ribellione, come nel Risorgimento o nella contestazione degli anni 70, ma una forma di conformismo. I corpi parlano, le barbe pure.