Il Sole 24 Ore, 25 ottobre 2018
Deutsche Bank promette utili, ma il titolo è ai livelli del 1992
FRANCOFORTE «Il 2018 sarà il nostro primo anno dal 2014 con un bilancio in utile», ha promesso ieri in tono solenne l’ad di Deutsche Bank Christian Sewing presentando al mercato e agli analisti – prima dell’apertura della Borsa – i risultati del terzo trimestre con un utile netto in calo del 65% pari a 229 milioni, rispetto ai 649 milioni dello stesso trimestre dell’anno scorso.Quest’anno non ci saranno sorprese negative, né sul portafoglio dei contenziosi né altro, ha rassicurato Sewing sottolineando che la banca «è sulla giusta via, si muove nella giusta direzione»: il target 2018 dei costi a 23 miliardi sarà rispettato e la redditività tornerà anche se ci vorrà più tempo per raggiungere la terra promessa del 10% di ritorno sul l’equity. La risposta del mercato non si è fatta attendere, è stata quella di chi è stanco di ascoltare promesse, di chi pretende di più e subito: il titolo DB ha chiuso in Borsa ieri a quota 8,87 euro (-4,76%), il livello più basso dal 1992 ma in una giornata comunque nera per le banche europee.
Nel trimestre l’utile prima delle imposte è stato pari a 506 milioni contro 933 dello stesso periodo 2017. I ricavi netti sono stati pari a 6,2 miliardi, in calo del 9% rispetto al terzo trimestre del 2017: DB ha ricordato che sono soggetti all’andamento dei mercati e il contesto resta quello di tassi molto bassi.
A poco comunque sono servite le rassicurazioni, le spiegazioni e la valanga di numeri in 33 diapositive di presentazione agli analisti di Sewing e del Cfo James von Moltke. Sarà il quarto trimestre a dover fare la differenza. La solidità di DB con un CET1 passato dal 13,7% al 14% è un punto di forza ma oramai scontato. E neanche i 22 miliardi di costi in calo per il 2019 hanno placato le attese: perchè non puntate già a quota 20 miliardi?, ha chiesto un analista. Sewing ha preferito spostare il focus sul rapporto tra costi e ricavi. Ma il mercato resta impaziente.
Sewing e Von Moltke hanno confermato comunque i prossimi passi sulla strada già segnata e intrapresa da DB, sicuri che è quella giusta. La riduzione del personale va avanti come programmato, è stato detto, e il target sotto i 93mila dipendenti verrà centrato nel 2018: anche grazie alla dismissione delle attività in Polonia. Il deleveraging in atto dovrà consentire a DB di tornare in vetta alle classifiche principali dell’investment banking: la ristrutturazione del front office è stata ultimata ma ora si deve andare a caccia di aree a maggiore redditività. Anche l’eccesso di liquidità, pur rispettando i buffer richiesti, è stato impiegato per sfuggire la tagliola del tasso negativo -0,40% sui depositi presso la Bundesbank.
Sull’Italia DB intende continuare a puntare, perché «è un business di successo» ha detto Von Moltke. Sono stati annunciati nuovi investimenti (in centinaia di milioni secondo fonti bene informate) in DB Italia, dove ha 4000 dipendenti, una rete di 1300 consulenti finanziari, 2,2 milioni di di clienti retail e 65.000 clienti corporate. Il “franchise Italia” ha impieghi per oltre 40 miliardi, la sola DB spa ha un totale attivo di 24 miliardi e un margine di intermediazione di 835 milioni.