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 2018  ottobre 25 Giovedì calendario

Hemingway, Nesbø e gli altri Pagine ad alto tasso alcolico

“Shaken, not stirred”. Alzi la mano chi non ricorda una delle più celebri frasi pronunciate da James Bond. La citazione –” Agitare, non mescolare” – si riferisce alla preparazione del Vesper Martini, il cocktail preferito da 007. La ricetta si trova nelle pagine di Casino Royale, il primo dei 14 romanzi scritti da Ian Fleming con protagonista l’agente segreto di Sua Maestà con licenza di uccidere: tre parti di gin, una di vodka, mezza dose di Kina Lillet e scorza di limone. Agitare, appunto, gli ingredienti nello shaker con ghiaccio e servire nella coppa Martini, decorando con una scorza di limone. Let’s go. Bond a parte, le liaison fra cocktail, distillati e i personaggi di libri, film e, ai giorni nostri, serie tv, sono davvero innumerevoli. Iconico il Calvados bevuto durante i suoi lunghi appostamenti dal commissario Maigret, uscito dalla penna di Georges Simenon. O, più recentemente, il Jim Beam, ovvero il Kentucky Bourbon, compagno delle peggiori disavventure di Harry Hole, il gigantesco poliziotto norvegese protagonista della saga di Jo Nesbø. Scontato che siano proprio gli scrittori innamorati di cocktail e pozioni alcoliche ad aver inserito massicce dosi di queste preparazioni nelle trame dei loro racconti. Ernest Hemingway, cultore di Mojito e Daiquiri, serve Negroni e Martini cocktail” molto secco” al colonnello Cantwell in: Di là dal fiume e tra gli alberi. Erano gli anni 20, in una Parigi effervescente e vivace, quelli in cui Hemingway si incontrava con Francis Scott Fitzgerald. L’autore de Il Grande Gatsby ha messo molto della sua vita e della sua passione per l’alcol in quel capolavoro. È il Gin Rickey il drink preferito di Gatsby: London dry gin, succo di limone, tonic water, mescolati in un highball e guarniti con uno spicchio di lime, servito per conquistare ragazze raffinate, vestite in abiti dorati con frange e payette. Un altro classico, il Gimlet – preparato con 5 parti di gin, una di succo di limone e un goccio di sciroppo di zucchero – accompagna le indagini di Philip Marlowe, tenebroso e solitario detective che Raymond Chandler fa aggirare fra i bassifondi di Los Angeles, a caccia di malviventi e sgherri per conto di improbabili clienti. Ma non sono solo gli uomini a sorbire cocktail e aperitivi nei romanzi del secolo scorso. Holly Golightly, la protagonista di Colazione da Tiffany di Truman Capote, interpretata dalla stupenda Audrey Hepburn nella trasposizione cinematografica, beve più volte durante la sua travagliata vicenda un White Angel: mix di parti uguali di vodka e gin servito in un bicchiere Martini. E a proposito di cinema come non ricordare il Manhattan preparato, in maniera a dire il vero un po’ maldestra con Bourbon al posto del Canadian whisky, da Marilyn Monroe sul treno che porta lei e le sue compagne d’orchestra da Chicago a Miami in A qualcuno piace caldo. Stesso cocktail, ma gruppo diverso di amiche, in Sex and the city. Qui, oltre al celebre drink a base di whisky e vermouth rosso, si afferma il Cosmopolitan, perfetto per il suo equilibrio, gusto caldo e agrumato e le note rosate nella coppetta. Carrie Bradshaw se lo fa preparare nello shaker con qualche cubetto di ghiaccio, 4 cl di vodka citron, 1,5 di triple sec, 1,5 di succo di limone e 3 cl di succo di cranberry, il mirtillo rosso americano. Perfetto se servito abbinato a una cucina piccante e speziata. Carrie ama stupire e lo ordina, in un’esilarante scena del serial con cheeseburger e patine fritte. A ciascuno il suo!