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 2018  ottobre 25 Giovedì calendario

«I Medici 2»: un racconto spigliato, manca la fedeltà storica

«Goditi il vino della giovinezza, è un coppa che si beve una volta sola»; «A volte è necessario fare del male per fare del bene». La sentenziosità di certe battute, che assurgono a regola di vita, è anche il sintomo dell’ambizione, del respiro internazionale de I Medici, alla sua seconda stagione (Rai1, martedì, ore 21,25).
Firenze, anno di grazia 1469. Piero de’ Medici (Julian Sands) resta ferito in un agguato, Lorenzo (Daniel Sharman) deve farsi carico delle responsabilità di famiglia: non solo assume il controllo della banca, che negli ultimi anni ha attraversato una crisi, ma affronta anche i nemici di sempre della sua famiglia, i Pazzi, guidati da Jacopo (Sean Bean), deciso ad approfittare di questa situazione per prendere il controllo di Firenze (la grande rivalità delle famiglie culmina con la famosa congiura dei Pazzi del 1478).
Per Lorenzo (bello come il vero Magnifico non è mai stato) inizia una doppia sfida: difendere la propria famiglia dagli attacchi dei Pazzi e fare in modo che Firenze resti al centro del mondo, sia economicamente che culturalmente. Dal punto di vista politico Lorenzo dimostra una notevole abilità diplomatica e politica che gli permette di consolidare il suo potere sia in Firenze sia in relazione agli altri stati italiani. Rafforza il prestigio della sua città e fa diventare la Signoria di Firenze lo stato moderatore delle contese fra i vari potentati della penisola. La serie, creata da Frank Spotnitz e Nicholas Meyer, sembra trovare ora una maggior spigliatezza in un contesto storico e artistico che più ricco non si può (anche se una certa ridondanza risulta necessaria per capire tutte le connessioni). Inutile chiedere al racconto la fedeltà storica: meglio viverlo come un grande inno al patrimonio dell’Unesco (Volterra, Sabbioneta, Montepulciano, Pienza, Tivoli…) e al mecenatismo del Rinascimento.