Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  ottobre 24 Mercoledì calendario

Hitchcock diventa un’opera lirica

Un tempio dell’opera lirica, il Metropolitan, si lascia “contaminare” dal cinema. Ma non un cinema qualunque: il grande Hitchock in uno dei suoi capolavori più dark, che col passare dei decenni ha acquisito un potenziale perfino più scabroso. Il film diventato opera lirica è Marnie, del 1964, con Tippi Hedren e un giovanissimo Sean Connery. In realtà il compositore Nico Muhly, 37enne americano che pratica le contaminazioni tra musica classica e pop, per la sceneggiatura di questa opera nuova giura di essersi attenuto al romanzo originario. Purtroppo per lo scrittore Winston Graham il suo romanzo del 1961 fu eclissato dalla versione cinematografica.
E alla prima dell’opera lirica venerdì scorso a New York c’è mancato poco che il fantasma di Alfred Hitchcock riuscisse a mettere in ombra la produzione musicale. È bastato che al Met si affacciasse Tippi Hedren, l’attrice oggi 88enne che fu la protagonista del film, perché gran parte dell’attenzione si posasse su di lei. Anche perché la Hedren concentra su di sé temi roventi, oggi ben più di 54 anni fa.
La star del cinema non ha perso fascino né capacità di calamitare gli sguardi, si è presentata alla prima con un abito lungo rosso fiammante, che era una citazione ovvia: la cleptomane Marnie ha la fobìa del rosso, legata a un trauma subito nell’infanzia. La Hedren ha voluto ricordare quanto il film fosse atipico perfino per Hitchcock, contorto nella trama, molto in anticipo sui tempi: sollevava temi come lo stupro coniugale. E poi al di là del film a rendere Marnie inquietante c’è tutta la storia vera tra l’attrice e Hitchcock dietro le quinte, che lei ha svelato solo due anni fa nell’autobiografia Tippi: a memoir. In quel libro la Hedren, memorabile interprete anche dell’altro classico, Gli uccelli, racconta di essere stata molestata sessualmente dal regista, che era solito abusare delle attrici, o almeno ci provava con molte di loro. Poiché la Hedren gli resistette, lui decise di stroncarle la carriera: la sua influenza era tale che pose una sorta di veto a tutti gli ingaggi cinematografici, anche da parte di altri registi. Tippi lavorò molto meno, anche se con qualche eccezione (Charlie Chaplin la volle per La contessa di Hong Kong) salvo riprendere una carriera più avanti negli anni. È inoltre la capostipite di una dinastia femminile dello spettacolo: sua figlia è Melanie Griffith, sua nipote Dakota Johnson. Lo spazio che le ho dedicato fin qui, è proporzionale al clamore che la sua apparizione ha suscitato al Met. Ottime però anche le reazioni all’opera, dove il ruolo di Marnie è interpretato da Isabel Leonard. La Hedren, che ha una seconda (o terza) vita come animalista impegnata nella protezione dei grandi felini africani, ha confessato che era la sua prima volta al Metropolitan Opera. Usare il cinema come appeal serve per tutte le generazioni, evidentemente.