il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2018
Berlusconi si libera della Ronzulli
Silvio Berlusconi vuole dare un freno al potere di Licia Ronzulli. E allentare il rapporto con la neo senatrice di Forza Italia che Marina Berlusconi nel 2016 gli ha piazzato come assistente personale al posto di Mariarosaria Rossi. Per capire l’aria che tira, bisogna tornare a una settimana fa, quando il leader di Forza Italia è partito per il Trentino Alto Adige per il rush finale della campagna elettorale. Per la prima volta da molto tempo ad accompagnarlo non c’è Ronzulli. Che non la prende affatto bene ma non si dà per vinta: si attacca al telefono e convince l’ex Cavaliere a farsi raggiungere due giorni dopo. All’interno del partito azzurro l’episodio non è sfuggito. Perché conferma le voci di un’insofferenza di Berlusconi verso Ronzulli aumentata negli ultimi mesi, tanto che in un recente pranzo del lunedì ad Arcore, davanti ai figli, l’ex Cav. avrebbe manifestato il desiderio di togliersela di torno.
Già fisioterapista dell’ospedale Galeazzi di Milano, dove conobbe il patron di Mediaset, eurodeputata nel 2009 (divenne famosa la foto in cui allattava la figlia in aula), Ronzulli arriva ad Arcore nel giugno 2016 dopo l’operazione al cuore di Berlusconi. All’epoca Marina accusava il vecchio cerchio magico capitanato di Mariarosaria Rossi di aver fatto affaticare troppo il padre: un sovraccarico di impegni che oltreché nel malore, aveva avuto conseguenze anche nella gestione dell’agenda di famiglia.
Via tutti e dentro una persona di estrema fiducia di Fininvest: Ronzulli, appunto. Che si era fatta stimare per le capacità dimostrate come intermediaria nella trattativa sulla vendita del Milan ai cinesi.
Ronzulli, però, in questi due anni ha acquisito un potere enorme. Chi vuole parlare con B. deve passare da lei e pochissime sono le telefonate che raggiungono il destinatario. Addirittura “il dottor Letta” non riesce più a parlare con “l’amico Silvio”. E sempre lei ha l’ultima parola sui forzisti da mandare in tv. L’accusa da parte di molti è quella di aver isolato Berlusconi dal partito, di controllarlo, di tenerlo in ostaggio. Ma Ronzulli interviene anche sulle scelte politiche. È lei, spesso, a decidere la linea di Forza Italia. Così, a fronte del suo ottimo rapporto con Matteo Salvini, da lei arrivano molte delle sterzate pro-Lega degli azzurri. Tanto che qualcuno l’accusa di essere la quinta colonna di Salvini dentro FI. È stata lei, per dire, a convincere Berlusconi alla retromarcia su Marcello Foa alla presidenza Rai. E anche di queste interferenze Berlusconi (che ora vorrebbe smarcarsi dalla Lega) si sarebbe stancato.
Il peso della senatrice, poi, si fa sentire anche sugli incarichi. Giovedì scorso Ronzulli è riuscita a piazzare il suo protetto Damiano Damiani come vice coordinatore in Puglia. In Lombardia Mariastella Gelmini voleva come vicecoordinatore vicario Matteo Perego. Ronzulli si è messa di traverso, col risultato che Perego è diventato vicecoordinatore semplice, insieme a Pietro Tatarella. In Calabria, invece, Ronzulli vorrebbe promuovere la fedelissima Maria Tripodi al posto di Jole Santelli. Stefano Cavedagna, invece, gode del suo appoggio per diventare leader dei giovani, in sostituzione di Anna Grazia Calabria. Un attivismo poco gradito dal vertice forzista.
Ora, però, questo potere potrebbe vacillare. Segni di nervosismo Berlusconi li manifesta da mesi. Come quello dell’aprile scorso, quando l’ex premier stava rispondendo alle domande dei giornalisti e lei tentò di trascinarlo via. “Voglio chiarire, aspetta!”, reagì il leader azzurro. Ma adesso la situazione sarebbe giunta al limite. Anche per questo motivo Berlusconi trascorre sempre più tempo a Villa Maria, la residenza vicino Arcore diventata il suo rifugio con Francesca Pascale. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo la leggendaria lentezza dell’ex Cav. (che si lamentava anche della Rossi senza poi fare nulla) e i dubbi di Marina, della cui fiducia Ronzulli gode ancora. Con la solida sponda di Niccolò Ghedini. E poi, senza di lei, servirebbe una nuova assistente-badante. Tutt’altro che semplice da trovare.